Il latte non previene l’osteoporosi

latte2Il latte è principalmente invocato come una pratica fonte fluida di Calcio in grado di rallentare il decorso dell’osteoporosi. Tuttavia, come la capacità di digerire il lattosio, la predisposizione all’osteoporosi differisce enormemente fra gruppi etnici, e nè il consumo di latte nè l’assunzione di Calcio in generale costituiscono fattori determinanti nei confronti della salute dell’osso.
Il National Health and Nutrition Examination Survey (Terza Indagine Nazionale sulla Salute e sullo Stato Nutrizionale, NdT) (NHANES III, 1988-1991) ha riportato che negli USA la prevalenza dell’osteoporosi dopo aggiustamento con l’età era del 21% nelle donne di origine Caucasica di 50 anni o più, confrontate con il 16 % delle donne di origine Messicana ed il 10% delle Afroamericane.
Una Rassegna del 1992 ha riportato che la frequenza delle fratture differisce ampiamente fra i diversi Paesi e che l’assunzione di Calcio non dimostra alcun effetto protettivo . Infatti, le popolazioni con una maggiore assunzione di Calcio mostravano una frequenza di fratture più elevata, e non più bassa, rispetto a quelle con assunzione di Calcio più modesta.
Ciò che sembra essere importante per il metabolismo dell’osso non è tanto l’assunzione di Calcio, ma il bilancio Calcico [l’equilibrio tra Calcio assunto e Calcio eliminato dall’organismo, NdT]. La perdita dell’integrità ossea in molte donne bianche in epoca postmenopausale è probabilmente causata da fattori genetici, dietetici e dallo stile di vita. La Ricerca scientifica ha dimostrato che le perdite di Calcio dell’organismo sono aumentate dall’assunzione di proteine animali, sale, caffeina, tabacco e dall’inattività fisica.
Le proteine animali mobilizzano il Calcio dalle ossa, con conseguente escrezione urinaria di Calcio. Anche il Sodio [presente nel sale da cucina, NdT] tende ad aumentare il passaggio di Calcio attraverso i reni, ed è stato riconosciuto come cofattore della escrezione urinaria di Calcio nelle ultime “Linee Guida Dietetiche per gli Americani”. Anche il fumo contribuisce alla perdita di Calcio. Uno Studio su gemelli ha rilevato come i fumatori cronici avrebbero un rischio di frattura ossea del 44% più elevato rispetto a quello di un gemello monozigote non fumatore. L’attività fisica ed il metabolismo della Vitamina D sono pure fattori importanti per il mantenimento dell’integrità ossea.
L’interazione di questi fattori ambientali con quelli genetici, è indiscutibilmente tanto importante quanto l’assunzione di Calcio nei confronti del rischio di osteopoorosi e fratture. Per la maggior parte degli adulti, il regolare consumo di latte è probabile provochi disturbi gastrointestinali, senza produrre benefici per l’osso.

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