Cibo per lo spirito (nona parte)
21 novembre 2001LA QUESTIONE STORICA DEI SACRIFICI
“-Voi credete che Moshe comandò che tali creature fossero uccise e offerte in sacrificio e mangiate. E così voi lo fate nel tempio ma sappiate che uno più grande di Moshe è qua dentro e viene per spazzare i sacrifici sanguinosi fatti nel nome della Legge, e le feste fatte su essi, per rimettere il puro dovere dei sacrifici non sanguinosi come all’inizio, come il grano e la frutta della Terra.
Di ciò che offrite a YHVH, dovrete mangiare ma di ciò che non offrite puramente non dovrete mangiare. Sta venendo il momento di quando i vostri sacrifici e le vostre feste di sangue dovranno cessare e voi dovrete adorare YHVH con un’Adorazione Santa e un Obbligo Puro.
Lascia che queste creature vadino libere, che possano riunirsi con YHVH senza portare così nessuna colpa agli uomini-. E il giovane uomo le liberò e Yehoshuah ruppe le loro gabbie e i loro vincoli” – Al-Injil 28:3-5
Quando consideriamo l’argomento del sacrificio, siamo spesso veloci nel mettere i primi musulmani delle prime tribù antiche ebraiche nelle nostre scarpe piuttosto che nell’altra via attorno. E’ facile per uno presumere che se il sacrificio era totalmente sbagliato e collegato strettamente con i riti pagani primitivi, allora uno sarebbe stato strettamente disprezzato da tutti i Profeti, in tutti i contesti e ciò sarebbe stato dichiarato senza spazio per un compromesso in tutte le manifestazioni del Libro.
I primi casi che saranno giudicati nel Giorno del Giudizio sino quelli dello spargimento di sangue” – Il Profeta Muhammad (sal)
Comunque, dobbiamo sempre avere in mente il ruolo essenziale del contesto nell’intraprendere gli scritti antichi sia che essi siano di natura religiosa che semplicemente storica. Prima di tutto considerare quante poche persone in quest’era illuminata, dove disponiamo di ogni informazione, abbiano accettato lo stile di vita vegan sebbene il fatto che gli studi scientifici abbiano provato di volta in volta che esso non è solo lo stile più salutare per gli uomini ma anche per l’ambiente. Ora, dobbiamo considerare che quasi tutti i Profeti sono stati disprezzati o rifiutati dalla maggioranza in qualche momento della loro missione se non addirittura in tutta l’interezza di essa. Era solitamente dopo, nella propria retrospettiva, che le masse guardavano indietro e realizzavano che la natura di causa-effetto delle loro azioni erano state previste dai Profeti a cui la maggioranza non prestò attenzione. Infatti era un compito difficile per i Profeti tenere le masse lontane dal ritornare alle culture pagane circondanti. Questo appare essere un grande problema nel nostro contesto moderno.
La legge Mosaica è piena di riferimenti a tempi, occasioni e circostanze sotto le quali era considerato appropriato offrire sacrifici di ogni tipo. Dall’altra parte però ci sono numerosi passaggi nella Bibbia, nell’Injil e nel Corano i quali degradano l’importanza, o completamente rifiutano, il sacrificio animale. E’ comunque importante ricordare che la tradizione antica dell’Islam fu la prima a rinunciare al sacrificio umano (come riportato nella storia di Ibrahim (as) e il suo primo figlio).
Messo da parte ciò, alcuni ancora credono che ci sia un permesso legittimo per il consumo di carne in ogni contesto dopo il Diluvio. Queste persone sostengono che Nuh (as) desiderasse mangiare carne. Ma se Nuh (as) aveva scarsità di cibo dopo che le acque si erano ritirate, è ovvio che esso avrebbe desiderato mangiare qualsiasi cosa. Il permesso di mangiare la carne post-Diluvio significò solo che Allah non avrebbe impedito agli umani di mangiare carne e che non avrebbe visto come peccato ciò che era fatto per necessità. Questo però non significa che Allah intendesse mangiare carne come una dieta duratura per l’umanità e ciò non cambia la Realtà che la prima e ultima dieta escludono la carne.
Comunque, passando oltre, come menzionato prima, la ragione primaria per il cambio da una stretta dieta vegetariana d dopo il Diluvio fu che le acque avevano distrutto totalmente la vegetazione terrestre quindi non c’era alternativa in quel momento. Se noi consideriamo che Nuh (as) e i suoi discendenti avevano ancora voglia di carne ma anche che non c’era altro cibo disponibile in quel momento, allora possiamo concludere che una dieta basata sulla carne è solo temporanea. A prova di questo è la continua condanna che Allah, attraverso i Profeti di Hu, del sacrificio animale e del mangiare carne. Molti dei Profeti di Israele sapevano ciò, al loro tempo e nel loro contesto ambientale, sapevano che il permesso temporaneo di mangiare carne era finito.
“Lui (Dio), il quale era dispiaciuto della macellazione degli animali, non volendo che questi fossero uccisi, non ordinò i sacrifici come essi desideravano e nemmeno dall’inizio lui li richiese” – L’apostolo Pietro (as), Omelie Clementine
[grazie al Popolo di Allah]