L'erba medica? Ha le stesse proteine del latte
24 maggio 2002Una nuova proteina estratta dall’erba medica, con valore nutritivo che viene definito “paragonabile a quello del latte di mucca e superiore a quello della soia”, è stata scoperta nell’ambito di Fralupro, un progetto di ricerca avviato nel 1997 e cofinanziato dall’Unione Europea. La nuova proteina è stata battezzata rubisco. Lo ha recentemente reso noto l’Andfv, l’Associazione nazionale disidratatori foraggi verdi, che rappresenta i produttori di erba medica disidratata.
Trovare proteine vegetali con caratteristiche eguali a quelle animali per capacità da parte dell’organismo umano di assorbirle e metabolizzarle è il grande sogno di tutti quanti vorrebbero abolire la carne, il pesce e magari anche il latte e le uova dalla filiera alimentare umana, adducendo e non necessariamente a torto motivazioni ora di natura morale, sia nei confronti degli animali stessi che degli uomini della parte povera del mondo, che di carattere salutistico. Gli scopritori della sostanza, per ora, si limitano a spiegare che la nuova combinazione di aminoacidi può essere utilizzata, oltreché nell’alimentazione animale, dove può, essendo a basso costo, scoraggiare con successo eventuali tentativi di ritorno alle farine animali. Il rubisco costituirebbe anche un possibile ingrediente per prodotti destinati all’alimentazione umana, aprendo prospettive interessanti per combattere la denutrizione e la malnutrizione, in particolare per quanto riguarda i bambini nei paesi in via di sviluppo. Infine, il suo impiego è ritenuto possibile anche nel campo farmaceutico e nella cosmesi.
Il rubisco viene estratto con una tecnologia a basso costo di produzione dalle foglie della varietà di erba medica, o “Alfalfa”, prodotta in modo estensivo in Europa e in particolare in Francia, Italia (dove le condizioni climatiche e del terreno sono particolarmente favorevoli alla coltivazione estensiva della pianta), Spagna e Germania.
La società svedese Alfa Laval, uno dei partner commerciali di Fralupro, sperimenta in anteprima questa tecnologia di estrazione con un proprio brevetto, mentre la produzione è affidata a un altro partner del progetto, la France Luzerne, che prevede di poter produrre nel proprio stabilimento pilota fino a 1.200 tonnellate di rubisco all’anno.
«Che le proteine dell’erba medica avessero buone qualità è fatto noto», commenta Oliviero Sculati, direttore dell’Unità di nutrizione all’Asl di Brescia, «una caratteristica che la pianta condivide con altre, come ad esempio lo stesso tabacco». Le proteine vegetali più note, però, sono quelle della soia, dalle quali si ricavano anche alimenti per l’uomo, come le bistecche vegetali: attraverso un processo, detto di tesaurizzazione, le proteine del seme di soia vengono separate dai grassi (che non sono pochi, mentre nelle foglie di qualunque piante sono virtualmente assenti), e vengono trasformate in uno dei “secondi” tipici della tavola vegetariana.
Potrà accadere lo stesso con l’erba medica? Bisogna vedere quanto la procedura di estrazione delle proteine è davvero economica. L’esperto però tranquillizza. «I vegetariani, purché ben seguiti da un medico nutrizionista serio», conclude Oliviero Sculati, «trovano già oggi tutte le proteine di cui hanno bisogno in legumi, cereali e frutta secca, oltreché in latte e uova, nel caso in cui non optino per la soluzione “estrema”».
[Arturo Cocchi – La Repubblica/Salute]