Animali e tradizioni bibliche
6 giugno 2002 Secondo la cultura cattolica occidentale gli animali sono stati creati da Dio per le necessità dell’uomo, Questa concezione, però, non trova giustificazione né sul piano della logica né su quella della giustizia divina. Infatti se l’uomo fosse stato destinato a mangiare la carne il Padreterno lo avrebbe dotato degli attributi naturali adatti a rincorrere, arpionare, azzannare l’animale, mentre la mancanza di artigli e di una dentatura adatta a dilaniare la carne, nonché di uno stomaco dotato, come i carnivori, di forti succhi gastrici e di un intestino predisposto a digerire l’alimento carneo (l’intestino degli animali carnivori è 4 volte più corto del nostro) dimostra chiaramente che l’essere non è stato strutturato anatomicamente a mangiare la carne ma la frutta e i vegetali, come i primati frugivori-folivoli al cui ordine l’uomo appartiene. Inoltre la spontanea repulsione alla vista del sangue e alla violenza e la mancanza di quella necessaria insensibilità a divorare parti sanguinolenti e palpitanti di un animale ancora in agonia, lascia supporre che effettivamente l’essere umano non fosse stato creato per nutrirsi di cadaveri.
Come nasce dunque l’idea, più o meno diffusa, che gli animali siano “fatti per l’uomo”? La maggior parte della gente (che disattende volutamente la prescrizione ad essere vegetariani data da Dio all’uomo prima del Peccato Originale, Gen. 1,29) preferisce trarre le sue motivazioni da Gen. 9,3 in cui il Signore dopo il Diluvio, e dopo 10 generazioni di vegetariani, da Adamo a Noè, consente all’uomo di mangiare anche la carne: Si legge infatti: “Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo : vi do tutto questo come già vi diedi le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue.”
A parte che risulta impossibile eliminare il sangue dai capillari, mangiare la carne significa accettare la condizione di ribellione al patto con Dio non quella originale prima del Peccato che Cristo, nuovo Adamo, è venuto a ripristinare.
Un’altra citazione biblica che non trova rispondenza né sul piano della logica né su quella della giustizia è la naturale violenza tra gli animali che secondo i sacri testi sarebbe dovuta al Peccato dell’uomo. Gli animali carnivori infatti erano anatomicamente strutturati a mangiare la carne anche prima del Peccato. In ogni caso sarebbe ingiusto far pagare a miliardi di animali per milioni di anni, con la sofferenza, il terrore e la morte, una colpa commessa da altri. Che razza di giustizia divina sarebbe questa?
Ma oltre all’egoistica volontà da parte della maggior parte delle persone di seguire più i piaceri della “carne” che i dettami dello Spirito, vi è il problema della false o inesatte traduzioni dei testi biblici che, in merito al problema degli animali, hanno spesso distorto il concetto originario. Per esempio il verbo (in ebraico) usato da Dio in Gen. 1,28 per qualificare l’atteggiamento dell’uomo nei confronti degli animali è ARCHEUO, cioè essere guida verso tutti gli animali , e CATAKURIEUO, che significa “reggere come un governante: governare come un re” e che invece viene solitamente tradotto col verbo “soggiogare” che invece Dio usa solo quando parla della terra, affinché sia lavorata e dia frutti. Infatti in Gen. 2,15 troviamo: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse.”
E ancora in Gen. 2,18 Dio crea gli animali non come schiavi né tantomeno meno come oggetti a disposizione dell’uomo ma come compagni di vita. “Non è bene che l’uomo sia solo gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE. Allora il Signore plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all’uomo per vedere come le avrebbe chiamate.” In questo contesto viene usata la parola “BARA”?, cioè creazione diretta sia per la creazione dell’uomo che per gli animali e la parola “NEFESCH” per indicare l’unico spirito che viene infuso sia negli uomini che negli animali.
La licenza a mangiare anche la carne viene data temporaneamente ai sopravvissuti dell’Arca finché la terra restò coperta dalle acque, cioè per 150 giorni. E in effetti sarebbe un controsenso per un Dio buono e giusto legittimare l’uso di alimenti carnei, e quindi l’uccisione di creature innocenti, in un contesto in cui l’uomo può nutrirsi senza spargimento di sangue. Infatti più volte Dio, per voce del profeta, ribadisce: “Voglio misericordia non sacrifici.”
Nel corso dei millenni i testi biblici sono stati trascritti, a mano, migliaia di volte (circa 6000 i testi in ebraico e circa 5000 quelli in greco).E’ lecito supporre che alcune o molte cose abbiano subito un’alterazione del loro originale significato, per negligenza, per interpretazioni personali o per favorire il potente di turno. Infatti lo stesso S. Girolamo asserisce che l’autorizzazione a mangiare la carne fu un’interpolazione ai testi sacri da parte della Chiesa cattolica in un periodo di basso profilo spirituale, ma che in principio, cioè sia alle origini del cristianesimo che nella Genesi, non fu così. Ma la gente è più incline a prendere dalla Bibbia e dall’insegnamento dei Santi non tanto ciò che può innalzare la coscienza spirituale quanto ciò che risulta conforme alle proprie convinzioni.
Nella Bibbia troviamo le cose più sublimi come le cose più terribili. Affermare che tutto ciò che è scritto sia la volontà di Dio è un azzardo se non una bestemmia. Io preferisco prendere dalla Bibbia solo quei principi che inducono al bene di tutte le cose, a ciò che mira al rispetto e all’amore verso ogni essere vivente. Il resto, credo, sia opera del Maligno.
[Franco Libero Manco]