Mucca Pazza a Marmirolo!
4 dicembre 2002La conferma è arrivata ieri dall’istituto zooprofilattico di Torino: è mucca pazza nell’azienda agricola Giaroli di Marmirolo.Il 25 novembre scorso, una mucca dell’allevamento di via Cantù era risultata positiva a un primo test rapido eseguito dai tecnici dell’istituto zooprofilattico di Modena. in attesa della conferma l’allevamento, costituito da ben 600 capi di bestiame, era stato messo sotto sequestro e la produzione bloccata. Ieri, il centro nazionale di referenza di Torino per la Tse (encefalopatie spongiformi trasmissibili dagli animali) ha confermato la positività del test rapido per Bse.
Ora, le normative attuali permettono al proprietario dell’allevamento di scegliere tra l’abbattimento selettivo o totale della mandria. Nel caso si scegliesse l’abbattimento selettivo, in base all’analisi dei registri anagrafici e dei dati genealogici del bestiame, in tutto i capi da abbattere sarebbero 54. Da questo punto di vista, dalla Coldiretti era però arrivata una richiesta all’Unione europea: «Chiediamo – spiega Angelo Nazzari, direttore della Coldiretti – che l’abbattimento selettivo venga limitato ai soli capi direttamente imparentati, la progenie della mucca malata. In tal caso, i bovini da abbattere sarebbero 4 e non 54». Ma dalla Coldiretti arriva anche una nuova richiesta: «Se gli animali che saranno abbattuti – prosegue Nazzari – risulteranno negativi al morbo, chiediamo che le forme di Parmigiano Reggiano fino a quel momento accumulate all’interno del caseificio Giaroli possano essere rimesse in commercio e non distrutte».
[da La Gazzetta di Reggio del 4 dicembre 2002]
Siamo a quota sette. Sette casi di mucca pazza nella nostra provincia. Per l’ultimo, individuato in una mucca dell’allevamento «Ello Giaroli» di Marmirolo, la conferma è arrivata ieri. Il Centro nazionale di referenza di Torino per le encefalopatie spongiformi trasmissibili degli animali, ha confermato la positività del test rapido per Bse sul campione di tessuto cerebrale prelevato su una bovina morta a Marmirolo. Lo ha comunicato ieri l’Ausl, aggiungendo che «il primo esito, eseguito lo scorso 25 novembre, aveva già attivato il fermo dell’allevamento e le misure precauzionali previste». «Le normative permettono al proprietario dell’allevamento di scegliere fra l’abbattimento selettivo o totale della mandria. E la famiglia Giaroli, che gestisce l’allevamento, ha già deciso: «Noi siamo dell’idea di abbattere solo le mucche selezionate». L’azienda ha due sedi: a Marmirolo e a Sabbione, con un totale di 750 bovini. Il caso di Bse è stato riscontrato in un bovino morto a Marmirolo (dove ce ne sono 550). L’abbattimento selettivo prevede l’uccisione di 51 bovini, 40 dei quali producono latte, nati fra il febbraio del 1995 e il febbraio del 1997. «Queste mucche – dice la famiglia Giaroli – sono al massimo della loro produzione». Sul latte si apre poi un altro caso. I Giaroli hanno continuato dal 25 novembre a produrre parmigiano reggiano, utilizzando tutto il latte dell’allevamento, compreso quello delle 51 mucche che dovranno abbattere. «Avevamo chiesto se era il caso di separare quel latte – spiegano in azienda – ma ci è stato detto che non era importante e così abbiamo lavorato normalmente tutto il latte, di tutte le mucche». Il rischio è ora che l’azienda debba gettare tutto il formaggio prodotto dopo la scoperta del bovino malato. Ma i Giaroli sono pronti a resistere, anche dal punto di vista legale.
[da Il Resto del Carlino del 4 dicembre 2002]