Stop alla macellazione dei bovini
20 marzo 2003Ad Avezzano stop alla macellazione di bovini perché la Asl ha esaurito le scorte dei contenitori per i test della “mucca pazza”. Ieri mattina la Saca sud di Avezzano, uno dei più grandi stabilimenti per la lavorazione delle carni nel centro Italia, è stata costretta a interrompere il lavoro fra le proteste di allevatori e macellai. Questo “blocco” rischia di avere gravi ripercussioni sul settore.
L’allarme è scattato il 12 marzo ma i disagi si sono verificati ieri mattina, primo giorno utile per la macellazione dei bovini con un’età superiore ai 24 mesi (in questo caso il test Bse è obbligatorio prima che la carne venga messa in commercio).
La Saca è stata informata con un fax del direttore del Servizio veterinario della Asl di Avezzano. «Si fa presente», si legge nella nota dei veterinari, «che abbiamo esaurito le scorte di contenitori rigidi atti a contenere i bulbi dei bovini macellati da sottoporre ai test rapidi per Bse. Pertanto, al fine di evitare disguidi nella gestione delle macellazioni e in attesa che questo ufficio venga rifornito delle scorte dei suddetti contenitori, si invita lo stabilimento a dotarsi di una adeguata scorta. Non saranno ammessi alla macellazione gli animali, sia bovini che ovicaprini, da sottoporsi a test Bse».
La Saca sud è fra le principali strutture d’Abruzzo e garantisce lavori per conto di decine di allevatori della regione. I disagi nella Marsica potrebbero essere accentuati dal fatto che i pochissimi mattatoi comunali eseguono un numero molto ridotto di interventi.
Ieri mattina non è stato possibile macellare tutti i capi con un’età superiore ai 24 mesi. In via del tutto eccezionale gli ispettori del servizio di vigilanza igienico-sanitaria hanno consentito la macellazione di sei bovini perché alcuni allevatori non erano stati avvertiti preventivamente, come invece era accaduto per gli altri. Tutta l’operazione è stata autorizzata con un documento rilasciato dai veterinari.
Per ora circa 50 mucche destinate alla macellazione sono state sottoposte a sequestro cautelativo, come ha tenuto a fare sapere Claudio Di Cintio, amministratore della Saca di Avezzano. Gli animali macellati debbono essere sottoposti a test prima di finire in commercio – le provette vengono inviate all’Istituto zooprofilattico di Teramo – e a tal proposito esistono norme severissime. La mancanza di provette per gli esami ha scatenato la rivolta di allevatori e macellai. «Da tempo il servizio veterinario della Asl», ha affermato Di Cintio, «prende provvedimenti senza tenere conto delle esigenze degli allevatori, dell’azienda e di un settore già duramente colpito dalla vicenda mucca pazza. Ho avvisato anche i carabinieri del Nas di Pescara. Se non si corre ai ripari sarà il caos».
[da Il Centro del 19 marzo 2003 – Roberto Raschiatore]