Frutta e verdura non fanno male!
14 luglio 2003Legambiente si è recentemente occupata dell’eventuale contaminazione da pesticidi degli alimenti ortofrutticoli. E la cosa sembra contraddire chi, leggendo i dati correttamente, sostiene che l’Italia ha in assoluto i prodotti più sicuri e per due terzi esenti da residui. In realtà, negli ultimi trent’anni la ricerca scientifica ha ottenuto protocolli di valutazione così sensibili da fornire confortanti, seppur limitate, certezze per la salute del consumatore (anche il più vulnerabile).
Oggi, inoltre, sta ampliando le conoscenze tossicologiche delle tossine naturali che come i contaminanti degli alimenti sono un pericolo reale.
Ebbene, voglio qui ribadire un mio concetto, e cioè che l’Italia produce alimenti vegetali migliori anche rispetto ai partner europei, ma deve nondimeno potenziare la rete di controllo rendendola costante ma capillare. Non è più dunque un problema di ricerca, la quale non si ferma mai. L’attenzione va ora concentrata sull’ individuazione dei rischi o dei benefici per l’uomo derivanti dai fattori interni agli alimenti piuttosto che ai contaminanti esterni.
La divulgazione delle recenti scoperte ha aumentato la consapevolezza del ruolo che alcuni alimenti o loro costituenti possono avere nel manetenere lo stato di salute. Com’è noto, il regime alimentare influisce, talvolta in modo sensibile, sulla salute degli individui e delle comunità. Può comportare tanto carenza acuta o cronica di nutrienti essenziali quanto eccesssi e squilibri nutrizionali individuali quali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie metaboliche e degenerative. Le patologie di maggiore impatto sono, nella maggior parte dei Paesi industrializzati, l’obesità, i disturbi del comportamento alimentare, alcune malattie del sistema cardiocircolatorio, alcuni tumori e il diabete non insulino dipendente. Per queste patologie, ad insorgenza multifattoriale, è difficile identificare un solo fattore responsabile; esse rappresentano infatti il risultato di una complessa serie di interazioni tra genetica, ambiente e stili di vita, al cui interno l’alimentazione ha un ruolo importante.
Lotta ai tumori
Vi sono numerose evidenze che la dieta sia corresponsabile di una fazione considerevole dei tumori umani, frazione oggi stimabile tra il 20 e il 50 %. I dati epidemiologici, inoltre, sono stati in grado di identificare tutta una serie di profili dietetici favorevoli e sfavorevoli all’insorgenza di molti tumori comuni, e sono quindi in grado di fornire indicazioni per ridurre considerevolmente il rischio individuale di sviluppare ina patologia. L’obesità ed elevate quantità di colesterolo nel sangue sono fattori di rischio ben definiti, avendo ripercussioni favorevoli anche su altre patologie, in particolare il diabete e le patologie caridovascolari. La carenza nutrizionale di frutta e di verdura, anche in condizioni di assunzione tali da generare una semplice sub carenza vitaminica, determina nell’organismo una riduzione della disponibilità di sostanze che, agendo come antiossidanti, permettono la neutralizzazione dei cancerogeni. Da una stima dei costi sociali diretti e indiretti delle malattie sopracitate, emerge che la loro prevenzione diventa una delle priorità per la salute della popolazione.
Gli antiossidanti
Negli ultimi ani, è stata rivolta grande attenzione alla possibile funzione protettiva esercitata dagli antiossidanti naturali presenti negli alimenti vegetali, con particolare considerazione agli effetti di flavonoidi, polifenoli ed antocianine, come sostanze naturali con funzioni protettive di grande rilievo. Eisiste quindi una base razionale per incrementare il consumo di alimenti ad alto contenuto di antiossidanti, quali i legumi, le arance rosse e le mele nella popolazione che vive in ambiente ad alto tasso di inquinamento atmosferico, ed è propensa a patologie cardiovascolari. Un vasto ed articolato programma di ricerca è stato avviato presso l’Università di Bologna. Si prefigge di individuare strategie dietetiche preventive, attraverso la valorizzazione funzionale e nutrizionale di tali specifici alimenti vegetali. E’ finalizzato a stimolare la formazione di una coscienza critica e di una cultura alimentare e a proporre comportamenti alimentari corretti. Altri importanti centri di ricerca nel mondo di sono uniti a quello dell’università di Bologna per lo studio di comuni strategie e la proposta istituzionale da parte del ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica del Cesa.
[da Il Resto del Carlino del 14 luglio 2003 – Giorgio Cantelli Forti, presidente della Società Italiana di Tossicologia]