A un vegetariano il nobel per la letteratura
2 ottobre 2003J.M. Coetzee ha vinto stamane il Premio Nobel per la letteratura. E’ uno dei maggiori scrittori sudafricani, è vegetariano ed animalista. La sua opera e’ fortemente influenzata dalle vicende personali nel Sudafrica dell’isolamento internazionale. Il padre, pur di razza bianca, rinuncio’ al suo impiego governativo per le posizioni di dissenso verso la politica dell’apartheid, e J. M. Coetzee continuo’ a coltivare questi sentimenti antimperialisti.
Gia’ programmatore di computer, nel 1969 si e’ laureato in filosofia presso l’Universita’ del Texas. Tornato in patria, per un decennio ha insegnato letteratura inglese, prima all’Universita’ di Citta’ del Capo, poi nuovamente negli Stati Uniti. Romanziere, critico letterario e saggista, ha vinto numerosi premi letterari: per tre volte il Cna (il principale riconoscimento nel suo paese), il Prix Etranger Femina, il Jerusalem Prize, l’Irish Times International Fiction Prize ed e’ stato l’unico scrittore ad aggiudicarsi per due volte il prestigioso Booker Prize.
Tra i libri editi in Italia spicca ”Deserto (1993)”, in realta’ la sua prima pubblicazione, risalendo la versione originale al 1974: vi svolge un parallelo tra il comportamento degli americani in Vietnam e dei boeri in Sudafrica. In ”Aspettando i barbari” (1983) racconta le vicende di un magistrato e delle problematiche del governo per cui lavora. ”La vita e il tempo di Michael K” (1986, Booker Prize nell’83) e’ un’allegoria della creazione artistica che ironizza sia sulla ‘grandezza’ dell’artista sia sulla mediocrita’ dell’uomo comune. ”Foe” (1987) e’ una variante del Robinson Crusoe di Defoe. Piu’ di recente, ”La vita degli animali” (2000), e’ la trasposizione letteraria delle lezioni tenute nel 1997-98 presso l’Universita’ di Princeton. La voce narrante femminile e’ una scrittrice impegnata in due conferenze sul maltrattamento e lo sfruttamento degli animali. Nel suo lungo racconto la protagonista si chiede se gli animali hanno diritti e che diritto ha l’uomo di ucciderli per mangiarli.
Infine l’acclamato ”Vergogna” (2002, Booker Prize nel 1999), il romanzo che l’ha consegnato definitivamente alla fama internazionale. Il libro racconta di David Lurie, professore universitario: in seguito alla relazione con una studentessa viene cacciato dall’ateneo e trova rifugio nella fattoria isolata della figlia, hippy e fervente animalista. Due generazioni e diversi modi d’intendere la realta’ vengono a confronto, oltre all’insofferenza del protagonista verso la vita in questa zona desolata del Sudafrica.
Ma arriva la brusca interruzione dell’aggressione selvaggia di tre giovani di colore. Con lo stupro della figlia e la spietata esecuzione dei suoi cani, vengono rimesse in discussione le certezze del professore.
Il carattere riservato di Coetzee, accentuato da difficili vicende familiari, e’ diventato quasi proverbiale. Conduce un’esistenza con un’autodisciplina rigorosa e solitaria: non beve, non fuma, e’ vegetariano e pare che nelle occasioni di vita sociale parli e rida pochissimo. Non e’ un caso il rifiuto, in entrambe le occasioni, di recarsi a Londra per ritirare il Booker Prize.