Cani e gatti benedetti in chiesa
3 febbraio 2004
Cani e gatti, accompagnati dai padroni, hanno preso posto tra i banchi della chiesa di Sant’Antonio di via Repubblica per la celebrazione a loro dedicata nella ricorrenza del loro protettore, Sant’Antonio abate.
C’erano anche tre cavalli ma, non passando per la porta, hanno dovuto restare sulla strada: don Luciano Scaccaglia è allora uscito apposta per benedirli. All’interno, i «quattrozampe» si sono fatti sentire spesso. I più piccoli non volevano scendere dal collo del proprio padrone, spaventati dalla confusione, ma qualcuno si è allungato con le zampe sul banco. Una signora, non riuscendo a portare i suoi mici, ha alzato le loro fotografie al momento della benedizione.
Don Scaccaglia, citando San Francesco, ha ricordato l’importanza di questa celebrazione di fede e non di folclore. Le letture, tratte da Ezechiele, dall’Apocalisse e dal Salmo 103, erano dedicate alle creature del regno animale, «l’immortalità contempla anche l’esistenza degli animali», ha spiegato il sacerdote. «Parma è diventata la capitale europea dell’Authority alimentare – ha detto don Scaccaglia nell’omelia – perché non farla diventare anche la capitale della solidarietà e dell’amore verso gli animali, verso tutte le creature di Dio? Purtroppo anche tra gli animali vi sono creature di serie A e di serie B, cioè quelli supercoccolati e curati e quelli maltrattati e abbandonati, è un errore. Dio ha un debole per le creature emarginate e abbandonate, come i clandestini, le persone sfruttate. Anche Gesù, Maria e Giuseppe erano clandestini in Egitto».
Non sono mancati riferimenti al caso Parmalat – il sacerdote ha paragonato i pastori che non si curano delle pecore oppresse, citati nella prima lettura, ai capi politici che non si curano degli interessi del popolo – ma anche suggerimenti per rispettare gli animali, creature di Dio. «L’ideale – ha proseguito don Scaccaglia – sarebbe la dieta vegetariana, come consigliano gli scienziati della nutrizione e Dio stesso nel primo libro della Bibbia, la Genesi, quando invita Adamo ed Eva a nutrirsi delle piante e dei loro frutti. Il secondo suggerimento che do è di boicottare le multinazionali che abusano degli animali, sono tantissime, incatenati e costretti in spazi angusti negli allevamenti intensivi. Per finire, è assolutamente da evitare lo sfoggio di cagnolini e gattini come status symbol, come se fossero gioielli o pellicce da ostentare. Questo non è amore per gli animali, che non sono i nostri giocattoli o i nostri bambini. Anche per loro c’è un Aldilà, una vita che scavalca la morte. Auguri ai fratelli e alle sorelle animali, e anche agli umani». Parole accolte dagli applausi, seguiti dalla benedizione degli animali con la recita del Padre nostro. Al termine è stato messo in vendita il pane benedetto «come segno di condivisione e benedizione da parte di Sant’Antonio» ed è stata presentata una campagna di solidarietà per salvare i cani della Romania. Questo Paese è infatti invaso dai cani randagi e il governo locale incentiva ogni forma di soppressione, spesso anche crudele, come la decapitazione o le scosse elettriche.
Volontari italiani sono al lavoro nel canile di Cernadova (Bucarest) per sterilizzare i cani.
Per aiutarli bastano anche dieci euro, che possono essere inviati a «Vita da cani», associazione a tutela diritti animali, via Mazzini 4, 20020 Arese (Mi), conto corrente postale 13545264, con causale pro Romania (info: 349.0581076).
[da La Gazzetta di Parma – 18 gennaio 2004 -Cecilia Benaglia]