Vegetariani e Vegani per stare bene a tavola
28 maggio 2004“Tempo vent’anni e la maggior parte degli abitanti del mondo occidentale rinuncerà a mangiare carne”… così esordisce un articolo della NUOVA SARDEGNA del 28 maggio 2004, riportando una previsione pubblicata niente meno che dal famosissimo settimanale statunitense TIME. Il quotidiano sassarese continua raccontando la diffusione del vegetarismo” tra i motivi che coscientemente o inconsciamente hanno spinto i giovani americani , ma non solo, a rinunciare per sempre alla dieta classica, c’è l’accusa che l’hamburger, nel superpanino con salsine e patatine fritte, fa terribilmente ingrassare.
In Europa, il neo-vegetariano ha rinunciato soprattutto come reazione all’allarme mucca pazza”…. e poi continua con una cifra che sinceramente mi ha stupito…. “Secondo l’Istituto di ricerca socio-demografiche Eurispes, in Italia, i vegetariani oggi sono poco meno di 3.000.000 ”…niente male, siamo già un PICCOLO ESERCITO!
L’articolo elenca i principali benefici di una corretta dieta vegana: “si riducono i rischi di tumori soprattutto all’apparato digerente e di arteriosclerosi; si affaticano meno il fegato e reni; si risolve il problema della fame del mondo; è cancellato il rito dell’uccisione degli animali e le pratiche spesso terribili degli allevamenti intensivi”.
Si finisce con un confronto tra vegetarismo e biologico: “A volte chi si avvicina al vegetarismo è portato a pensare che vegetariano e biologico vadano di pari passo. Non è sempre così. Se da un lato è vero che molti vegetariani preferiscono gli alimenti biologici, dall’altro non possiamo dimenticare che non tutto il biologico è vegetariano ”…. ed ecco la parte che mi è piaciuta di più… “L’alimentazione mediterranea nel dopo guerra ha subito un radicale cambiamento: la carne è da alimento marginale, è diventato a predominante sino a trasformarsi in uno STATUS di benessere, causando un progressivo abbandono dell’uso di legumi, cereali e verdure.
Tuttavia, nonostante le patologie generate da uno stile alimentare sconsiderato fossero in continuo aumento, la medicina TRADIZIONALE, basata più sulla cura degli effetti che sull’attenzione delle cause, identificava la scelta vegetariana come un regime incompleto e dannoso. Il vegetarismo era visto come una stranezza, un’eccentricità da guardare con sospetto e, nel migliore dei casi, da ridere”.
Il giornalista conclude scrivendo: “negli anni ottanta grazie al biologico si è affermata l’importanza del concetto di qualità nell’alimentazione e i vegetariani si sono ritrovati, in questo movimento, a svolgere il ruolo dei consumatori consapevoli ma sono anche testimonial del benessere”.
Tratto da “VEGETARIANI E VEGANI ANTICHE FILOSOFIE DI VITA NELLO STAR BENE A TAVOLA” pubblicato dal quotidiano NUOVA SARDEGNA del 28 maggio 2004
Alessandro Littera (Alemaotze)