I bambini e la carne
2 marzo 2005In relazione all’enorme scalpore suscitato dalla notizia apparsa sulla stampa statunitense, riferita alle dichiarazioni delle dr.ssa Lindsay Allen sui supposti benefici dei cibi animali e sugli altrettanto supposti svantaggi delle diete a base dei cibi vegetali nello sviluppo psicofisico dei bambini, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana precisa quanto segue:1. La dr.ssa Allen appartiene all’US Agricultural Research Service, che fa parte dell’US Department of Agricolture, quello stesso USDA che nel 1992 ha emanato la Piramide Alimentare USDA, che abbonda di latticini, prodotti di origine animale, grassi ed olii.
2. Lo studio al quale fa riferimento la dr.ssa Allen, pubblicato sul Journal of Nutrition del 2003 (133, pp 3965S-3971S) è stato presentato alla conferenza ”Animal Source Foods and Nutrition in Developing Countries” (Washington, D.C. 2002), organizzata dall’ International Nutrition Program e sponsorizzata dal Global Livestock-Collaborative Research Support Program (per chi non conoscesse l’inglese, precisiamo che Livestock significa bestiame), nonché supportato dal Child Nutrition Project del Global Livestock CRSP.
3. Questo studio, dal titolo “I cibi animali migliorano lo stato dei micronutrienti e le funzioni (cognitive, ndr) nei paesi in via di sviluppo”, è stato condotto in Kenya su circa 500 bambini malnutriti, che assumevano solamente cibi amidacei quali grano e fagioli, e che sono stati suddivisi in 4 gruppi: un gruppo di controllo, rimasto a grano e fagioli, e altri 3 gruppi ai quali sono stati rispettivamente somministrati carne, latte e olio vegetale. I risultati hanno dimostrato che i bambini del gruppo di controllo, malnutriti, avevano i peggiori risultati ai test di valutazione delle funzioni cognitive. Lo studio è stato sostenuto per 2 anni, mantenendo i bambini in stato di malnutrizione per tutto il tempo necessario alla conclusione dello studio stesso.
Appare chiaro anche ad un lettore inesperto come utilizzare questi risultati per concludere che le diete a base di cibi vegetali siano dannose per i bambini, per il cui corretto sviluppo sarebbero indispensabili i cibi animali, sia una frode scientifica. Un bambino africano malnutrito – purtroppo per lui- non ha nulla in comune, dal punto di vista dell’apporto nutrizionale, con un bambino dei paesi occidentali che assuma una dieta variata a base di cibi vegetali, la cosiddetta dieta vegana. Pertanto i bambini malnutriti che fungevano da gruppo di controllo non possono essere equiparati ai bambini vegani dei paesi occidentali, la cui crescita e sviluppo sono risultati normali in studi scientifici internazionali.
Questo studio e le relative dichiarazioni della dr.ssa Allen non rimettono in discussione quanto è patrimonio della letteratura medica internazionale, risultato di oltre 50 anni di ricerche e studi nel campo della nutrizione vegetariana e sancito dall’American Dietetic Association e dai Dietitians of Canada, e cioè che “le diete vegane ben bilanciate e altri tipi di diete vegetariane risultano appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza”, e che “le diete vegetariane nell’infanzia e nell’adolescenza possono essere d’ausilio nello stabilire sani schemi alimentari, validi per tutta la durata della vita, e possono offrire alcuni importanti vantaggi nutrizionali”.
I risultati di questa ricerca non etica, sovvenzionata dagli allevatori di bestiame, non possono venire trasferiti alla situazione dei bambini vegani dei paesi occidentali, che assumono grandi varietà di cereali, legumi, frutta, verdura, semi oleaginosi e che utilizzano alimenti fortificati con vitamina B12. Bambini che avranno uno sviluppo psicofisico nomale e che saranno protetti, anche se non totalmente immuni, dalle gravi malattie che flagellano la nostra società, le malattie della ricchezza: infarto, ictus cerebrale, ipertensione, diabete, obesità, cancro e osteoporosi. A differenza dei bambini africani dello studio, che probabilmente contrarranno le malattie della povertà, legate alle infezioni e alla malnutrizione.
[pubblicato da ssnv]