Cosmetici: entro il 2013 vietati tutti i test su animali
20 aprile 2005
E’ stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.87 del 15 aprile 2005 il Decreto Legislativo n.50 del 15 febbraio scorso con cui il Governo Italiano ha recepito le direttive europee 2003/15/CE e 2003/80/CE in materia di prodotti cosmetici.
Attualmente sono circa 40.000 gli animali impiegati ogni anno in Europa per testare gli ingredienti di creme, saponi e rossetti, ma entro otto anni nessun animale sarà più sacrificato, se saranno rispettate le scadenze previste nelle Direttive che regolano la produzione di cosmetici in Europa.
“Sono quattro le novità per gli animali introdotte dal DL n.50/05 per il settore della produzione di cosmetici in Italia”, spiega Roberta Bartocci, responsabile LAV settore Vivisezione:
-divieto di eseguire test su animali dei prodotti cosmetici finiti a partire dall’11 settembre 2004: “è finalmente esplicitato ciò che, almeno in Europa, è già una realtà da alcuni anni. Essendo i test animali sui prodotti finiti da sempre facoltativi, infatti, molte aziende non li eseguivano”;
-divieto di commercializzare prodotti cosmetici finiti che abbiano subito test su animali a partire dall’11 settembre 2004: “il bando commerciale garantisce che anche i prodotti cosmetici finiti provenienti dal mercato extra europeo commercializzati nell’Unione Europea non siano testati su animali”;
-la cessazione dei test su animali per materie prime cosmetiche entro il 2013: “il bando ai test cosmetici su animali doveva giungere già per il 1998, sebbene vincolato alla disponibilità di metodi alternativi. La mancanza di uno sforzo adeguato per finanziare la ricerca in questo campo ha prodotto lo slittamento del bando ben due volte. Questa volta la sostituzione degli animali per test cosmetici è stata calendarizzata in maniera razionale sulla base dello stato di avanzamento della ricerca sui metodi alternativi, pertanto è plausibile che tra otto anni saranno effettivamente risparmiati animali almeno per i test cosmetici”;
-il divieto di indicare il prodotto come “non testato su animali”, a meno che non sia garantito che il test non viene compiuto in nessun punto della filiera produttiva e non solo sul prodotto finito, dall’11 marzo 2005: “le numerose richieste da parte dei soci della LAV dimostrano quanta confusione ci sia su questa materia, in parte creata dalle stesse aziende che negli ultimi anni hanno utilizzato diciture fuorvianti (cruelty free, non testato su animali, ecc.) che hanno confuso quando non ingannato i consumatori intenzionati ad un acquisto etico. Tali diciture non hanno, infatti, alcun valore ufficiale e dall’11 marzo 2005 solo le aziende e i loro fornitori che non effettuano e non commissionano test su animali, sia su prodotto finito che sulle materie prime utilizzate, potranno adottarle, anche se il Decreto non indica se e come le aziende verrebbero controllate”.
In attesa del 2013, però, è già possibile acquistare cosmetici non testati su animali. Le associazioni appartenenti alla ECEAE (European Coalition to End Animal Experiments), di cui la LAV è il rappresentante italiano, infatti, applicano a questo scopo lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali”: l’unico disciplinare riconosciuto a livello internazionale in grado di indicare ai consumatori le aziende produttrici di cosmetici che hanno deciso di non contribuire alla sperimentazione animale, impegnandosi a non commissionare e a non effettuare test su animali sul proprio prodotto e sulle materie prime che lo compongono.
“La sottoscrizione di un’azienda allo Standard Internazionale “Non Testato su Animali”, impegna la stessa a non effettuare né commissionare test su animali per i suoi prodotti e materie prime a partire da una data precisa – prosegue Roberta Bartocci – oggi sono disponibili circa 10.000 sostanze utilizzabili dall’industria cosmetica per formulare i propri prodotti e se tutte le aziende sottoscrivessero lo Standard, automaticamente cesserebbero i test cosmetici su animali poiché tutte le aziende utilizzerebbero le materie prime già esistenti per formulare i propri prodotti”.
Le aziende approvate in base allo Standard Internazionale “Non Testato su Animali” sono sottoposte, in Italia, a controlli a sorpresa effettuati da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, www.icea.info); solo in seguito all’esito positivo della visita ispettiva da parte di ICEA, la LAV inserisce l’azienda nella propria Guida pratica ai prodotti cosmetici non testati su animali.
A partire da quest’anno, poi, i consumatori potranno facilmente riconoscere le aziende che hanno sottoscritto lo standard grazie alla seguente specifica dicitura rilasciata dalla LAV:
Stop ai test su animali
Controllato da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale)
(www.icea.info)
Per LAV (Lega Anti Vivisezione) (www.infolav.org)
n.xxx
Ecco l’elenco delle aziende italiane aderenti allo Standard Internazionale “Non Testato su Animali” e consigliate dalla LAV:
Derbe
Cibe Laboratori (marchi: Fiori & Frutta, Antica Provenza Ligure, Mondo Naturale, Econatura, Antico Marsiglia, Samarcanda)
Helan
I Serafini
D’Aymons
Indica
Bartholomew
Saponificio Gianasso (marchi: Floralia, I provenzali)
Flora
San. Eco. Vit. (marchi: Biobi, Victor Philippe, Ecoland, Ecor, Ecotan)
Bema cosmetici
A questi nomi vanno aggiunti quelli delle quasi 200 aziende straniere aderenti allo Standard, resi noti dall’associazione inglese BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection, www.buav.org) che gestisce e coordina lo Standard a livello mondiale e con la quale la LAV collabora. Di questi, per il momento sono cinque i marchi presenti sul mercato italiano:
The Body shop
Montagne Jeunesse
Jason Natural Cosmetics
W.S. Badger
John Paul Mitchell Systems
19.04.2005
Ufficio Stampa LAV tel. 064461325 – 3391742586 www.infolav.org