Margherita Hack, fra pianeti e animali
30 giugno 2005Firenze, il babbo e la mamma, il compagno di tutta la vita, i cani e i gatti, l’astrofisica, la politica, la religione, il calcio… È un autoritratto, diretto, senza peli sulla lingua, così semplice da rendere comprensibile a tutti anche questioni di astrofisica, questo nuovo libro di una delle più conosciute scienziate italiane.Una donna che, al contrario di quel che lei dice di se stessa, evidentemente nutre un’inesauribile passione non solo per la scienza, ma per la vita in tutte le sue forme. Del lupacchiotto Dick, salvato dai maltrattamenti comprandolo per duecentomila lire e divenuto poi fedele compagno per 14 anni, Margherita Hack racconta con lo stesso entusiasmo con cui descrive l’incontro con Prezzolini o con un altro grande letterato del ‘900, Papini, per il quale suo marito Aldo leggeva quando, anziano, Papini era divenuto quasi cieco.
Cani, gatti, vicini di casa con cui condivideva l’amore per gli animali o le serate trascorse a giocare a palla a volo, sono narrati con rispetto non minore di quello riservato a importanti studiosi con cui la sua carriera l’ha portata a contatto in tutt’Europa, in Messico e negli Stati Uniti. E dedica tanto spazio a descrivere l’atteggiamento dei doganieri quanto al clima nelle università, le opportunità di ricerca scientifica. Sono un’ottimista – scrive di sé -.
Ma perché il desiderare di dare a tutti le stesse possibilità deve essere considerata un’utopia? Ottimista o utopista, la Hack sembra quasi illuminare con la sua gioia di vivere e l’atteggiamento positivo tutti i palcoscenici su cui la vita l’ha posta: il papà operaio licenziato perché antifascista, per Margherita bambina è la splendida possibilità di essere accompagnata al parco a giocare tutti i giorni (e lì, al Bobolino, a 11 anni incontra Aldo con il quale oggi, dopo sessant’anni, siamo ancora insieme» ; la frittata fatta con un solo uovo e divisa in tre è il pretesto per «buffi capricci» di chi ha la fetta più piccola tra babbo e mamma; persino il ricordo di quando, in terza liceo, rischia di essere espulsa da tutte le scuole del Regno per aver manifestato idee antifasciste, non ha traccia di eroismo né di astio nei confronti del professore di matematica che la trascina dal preside e che lei descrive così: «Tanto bravo come insegnante quanto fascista sfegatato».
All’astronomia, racconta, la Hack è arrivata «quasi per caso»: iscritta a fisica, per la tesi «l’alternativa non era molto ampia: potevo scegliere tra fisica matematica, che consisteva sostanzialmente in matematica superiore che non era il mio forte, chimica organica, che non m’interessava, e infine astronomia. La scelta cadde su quest’ultima visto che all’esame avevo preso trenta». Con leggerezza e passione insieme, Margherita Hack, racconta la sua passione per il calcio (tifa Fiorentina e Triestina), la politica, le sue battaglie per le balene e contro il razzismo. Un solo rimpianto, «se fossi nata cinquant’anni più tardi avrei potuto fare molto di più… con la tecnologia di oggi avrei potuto realizzare cose migliori, progetti che nemmeno si potevano immaginare quando ho cominciato la ricerca».
(“Qualcosa di inaspettato”, Laterza, pagine 212 – euro 16,00
[Carlo De Biase – La Gazzetta del Sud – 28 giugno 2005]