Ascolta la tua dieta
2 dicembre 2006Dalla mattina appena svegli alla sera prima di andare a dormire. Con il caldo o con il freddo, stanchi o riposati. In perfette condizioni fisiche o debilitati. Ci sono tre cose che l’uomo riesce sempre ad assumere: acqua, frutta e verdure crude. Nessun altro alimento, per quanto possa piacere, è ugualmente accettato dall’organismo sempre senza alcuna pregiudiziale e soprattutto senza conseguenze fastidiose. Acqua, frutta e verdura cruda non contengono sostanze nocive per il nostro corpo e il loro limite di assunzione è di norma regolato autonomamente dal nostro organismo. Come avviene per tutti gli altri animali.
D’altronde è il menu che ci ha predisposto la natura, sempre pronto ed a qualsiasi ora del giorno.
[b]A che ora e cosa si mangia?[/b]
Nessun animale dotato di un minimo di buon senso si porrebbe mai queste domande. Potendo avere a disposizione il cibo che le natura ci ha fornito, è il nostro organismo che regola le quantità e le qualità, in base ai tempi di digestione ed alle necessità di apporto nutriente. Dopo lo svezzamento a base di latte materno, anche l’uomo è in grado di alimentarsi correttamente con quello che gli offre la natura. Come qualsiasi altro animale. Senza tabelle, ricette o altro.
[b]Ma l’uomo è un animale diverso.[/b]
L’unica differenza tra l’uomo ed altri animali è il grado ed il tipo di socialità. L’uomo ha trasformato anche la sua alimentazione in un fatto sociale, strutturandola quindi in momenti di incontro con gli altri simili. Per l’uomo il pasto non è più solo la soddisfazione del bisogno primario di cibo, ma una fase ben definita nella scansione della giornata. Con un alto valore sociale. Il rito della tavola come momento di riunione è fondamentale per la coesione del gruppo sociale a cui il singolo appartiene. Sia che si tratti della famiglia tradizionale sia che si tratti di altri tipi di aggregazione. Per questo è stato necessario uniformare i momenti dei pasti: in modo che diventassero le occasioni in cui il gruppo si riunisce. E di conseguenza l’assunzione di cibo è stata concentrata in quelle due o tre occasioni della giornata. I classici tre pasti al giorno che adesso ci sembrano la cosa più normale che ci sia, in realtà sono frutto di una nostra costruzione sociale alla quale poi abbiamo adattato l’organizzazione del resto della nostra giornata. Questo però ha comportato anche un nostro indebolimento nella capacità di autogestione nell’assunzione del cibo. Siamo “costretti” a mangiare in un preciso momento tutto il nostro fabbisogno per il resto della giornata. Questo ci ha portato a dover studiare la composizione dei nostri pasti in base al ragionamento (che tipo di sostanze mi serviranno) a scapito del naturale istinto all’alimentazione. Abbiamo dovuto studiare scorciatoie e concentrazioni alimentari (in modo da poter assumere in un preciso momento tutti i nutrienti necessari alla giornata), abbiamo dovuto stravolgere i sapori (in modo che l’alimento potesse esserci gradito anche quando non avevamo fame ma dovevamo comunque alimentarci). In breve, abbiamo trasformato il nostro organismo in una pattumiera alimentare. Quello stesso organismo che, come avviene per tutte le altre specie animali, sarebbe in grado naturalmente di regolare una corretta dieta alimentare. Nessun animale dotato di un minimo di buon senso si sognerebbe mai di mangiare ad orari prestabiliti.
[b]Chi ha stravolto quindi la nostra alimentazione?[/b]
In pratica, è come se il ristorante naturale che avevamo a disposizione fosse stato ristrutturato ed avesse cambiato gestione. L’uomo nel corso dei millenni lo ha adattato alle proprie esigenze di vita sociale orientata ai modelli di progresso del momento. La capacità di adattamento dell’uomo ha fatto sì che la specie non solo sopravvivesse, ma potesse svilupparsi. Con il risultato finale che non siamo più in grado di autodeterminare naturalmente la nostra dieta alimentare. Tra tutte le autodifese del nostro organismo, abbiamo cancellato quella forse più importante. Cosa che non farebbe nessun animale dotato di un minimo di buon senso.
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