Piccoli gesti che salvano la Terra

Categoria : Ambiente ed ecologia

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Non chiedere cosa può fare il mondo per salvare il Pianeta, chiediti cosa puoi fare TU per salvare la Terra dalle prossime catastrofi ambientali che si annunciano se non si agisce subito. Parafrasando una famosa frase del presidente Kennedy, ci si domanda: quali sono i piccoli gesti quotidiani che non costano fatica ma che, sommati ad altri milioni di piccoli gesti, possono contribuire a inquinare di meno, a risparmiare energia, a migliorare l’ambiente, a non incrementare il riscaldamento globale e a risparmiare risorse per le generazioni future?

Non basta, infatti, (non basta più) non buttare la carta per terra, non lasciare rifiuti ai lati delle strade per sentirsi la coscienza a posto, utilizzare i mezzi di trasporto pubblici rispetto a quelli privati. Questo ormai è solo questione di educazione, mentre l’aumento delle temperature medie, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, la scomparsa delle barriere coralline richiede ben altro: soprattutto un diverso modello di vita e l’impegno quotidiano di ognuno, fatto anche di piccole cose.

Si va delle azioni che sembrano banali, ma non lo sono se si sommano a tutti gli altri, come spegnere il televisore e gli altri apprecchi elettrici e non lasciarli tutta la notte (o per giorni) in «stand-by», cioè con la lucetta rossa accesa. Sembra una piccola cosa, ma se lo facessero tutti si risparmierebbero migliaia di kiloWatt, risparmio che si traduce in migliaia di tonnellate di petrolio non bruciate per produrre energia elettrica utlizzata per nulla. I produttori di telecomandi, inoltre, potrebbero togliere il tasto stand-by (per non indurre in tentazione…). Sarebbe meglio sostituire le lampadine a incandescenza con le nuove lampade a fluorescenza: consumano molto meno, circa il 75% in meno e durano di più (senza contare che è meglio spegnere le luci se si prevede di non tornare in quella stanza nei successivi cinque minuti). Acquistando un nuovo elettrodomestico, preferire quelli a risparmio energetico (ora sono indicati in modo chiaro): costano un po’ di più, ma nel tempo si ripagano ampiamente con i minori consumi. Senza contare inoltre che l’utilizzo degli elettrodomestici in modo più razionale consente un notevole risparmio di energia.

Ma non è solo l’energia che è opportuno risparmiare. Anche l’acqua sta diventando un bene prezioso, e costoso. Fare un doccia, per esempio, significa consumare circa 50 litri d’acqua. Un bagno in una vasca, invece, ne consuma più del doppio. Migliaia di litri vengono persi ogni anno dai rubinetti che gocciolano o perché non sono chiusi bene.

Isolamento termico: attenzione poi agli spifferi da porte e finestre. Il freddo che entra (o il caldo in estate) costringe a riscaldare di più (o aumentare l’aria condizionata in estate) con un importante incremento nel consumo di energia.

Tenendo sempre conto della fondamentale importanza della raccolta differenziata dei rifiuti (il cui però il funzionamento non dipende dal cittadino, ma dalle amministrazioni pubbliche), un aspetto poco considerato ma che sta assumendo una dimensione consistente è l’alimentazione. Non è solo una questione di obesità, e quindi di salute e di spesa sanitaria, ma i modelli alimentari influenzano l’emissione di gas serra, la deforestazione e il riscaldamento globale. L’aumento del consumo di carne di manzo rispetto al passato ha moltiplicato gli allevamenti. Recenti studi hanno dimostrato che i bovini sono responsabili del 23% delle emissioni di metano, un gas serra molto più efficiente dell’anidride carbonica per il riscaldamento terrestre. Inoltre l’aumento dei capi di bestiame per carne ha fatto aumentare le coltivazioni di soia e mais destinate alla loro alimentazione, piante che hanno bisgono di molta acqua, senza contare la deforestazione (specie in Amazonia) per far spazio alle culture e ai capi di bestiame che alimentano l’industria dell’hamburger. Secondo l’Istituto francese dell’ambiente per produrre un chilo di carne di vitello si immettono nell’ambiente oltre 45 kg equivalenti di anidride carbonica, un chilo di carne di agnello equivale a 14 kg di CO2, un chilo di carne di pollo da allevamento ad appena 2 kg di CO2. Percorrendo 100 km in auto si immettono nell’ambiente 22 kg equivalenti di anidride carbonica.
Nessuno chiede di diventare vegetariani e di abbandonare la carne, ma quando si sta per addentare un filetto pensiamo un po’ anche all’ambiente.

[paolo virtuani – da www.corriere.it]

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