Che cosa significa rilassarsi?
13 febbraio 2007Si parla, si ragiona, si scrive dei modi per rilassarsi. Ma, prima di effettuare un’analisi delle più efficaci e diffuse tecniche di rilassamento, è doveroso comprendere – in linee generali – che cosa si intenda per rilassamento e quali siano i fattori coinvolti nella ricerca di uno status psicosomatico e spirituale di distensione.
Ogni persona ha una sua chiave d’accesso al rilassamento, per cui ciascuno dovrà trovare la propria tecnica.
È necessario, perciò, provare diverse modalità di autorilassamento e sentire quale sia quella maggiormente indicata per le proprie esigenze.
Gli obiettivi da raggiungere sono però comuni.
A livello psicosomatico gli obiettivi chiave che ci dobbiamo preporre sono:
• l’attivazione del sistema [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_periferico#Sistema_parasimpatico]parasimpatico[/url] e del ritmo [url=http://www.neuropsicologia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=315&Itemid=100 ]alfa[/url] (in cui le onde alfa sono in correlazione con uno stato di veglia rilassato e privo di pensieri e indicano in genere una situazione di benessere psicofisico)
• il rilassamento e l’allungamento muscolare (in relazione anche all’armatura caratteriale, [url=http://www.mondisintetici.it/files/armatura caratteriale.doc]qui[/url] un file di approfondimendo in formato Word)
• l’espansione e il rallentamento della funzione respiratoria
A livello spirituale gli obiettivi chiave sono:
• lo sviluppo di una dimensione esistenziale attenta al “qui e ora” (senza partire continuamente per viaggi mentali dettati spesso dall’ansia)
• l’abbandono dell’attivismo compulsivo, a favore della dimensione dell’azione consapevole
Tanto la cultura occidentale (in tempi abbastanza recenti) che quella orientale (da millenni) hanno messo a punto numerose tecniche per raggiungere almeno alcuni di questi obiettivi. Come funzionano e su cosa si basano questi sistemi? Faremo una breve analisi panoramica, in sintetici articoli futuri, delle più diffuse tecniche di rilassamento, dal training autogeno alle forme più squisitamente orientali, come lo yoga (con il pranayama), il tantra, il tai chi e il qi gong, l’aromatologia, la musicoterapia e altre.
Partiamo da una breve decrizione del training autogeno, metodo creato negli anni Trenta dal neuropsichiatra tedesco Jurgen H. Schultz e adottato da svariate categorie di persone, inclusi atleti e manager. Si tratta di una tecnica di autodistensione che consente di modificare situazioni psichiche e somatiche. Training significa allenamento, cioè apprendimento graduale di una serie di esercizi particolarmente studiati per il realizzarsi dell’equilibrio neurovegetativo, continuamente insidiato da stati di tensione, di ansia e di stress. Autogeno significa “che si genera da sé” e ciò differenzia questo metodo dalle tecniche le cui realizzazioni somatopsichiche sono attivamente indotte dal soggetto o dal terapeuta.
Il T.A. facilita una presa di coscienza del proprio corpo, dimensione essenziale per avvertire in tempo le situazioni di stress che si stanno venendo a creare e i conseguenti stati di contrattura muscolare. E’ facilmente applicabile su di sé, sia completamente da soli che seguendo le induzioni verbali di una terza persona (che possono anche essere registrate). La pratica consiste in una serie di posizioni del corpo e di frasi di autoconvincimento pronunciate come i [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Mantra ]mantra[/url] dello yoga. Le posizioni sono in grado di determinare un progressivo rilassamento muscolare che si manifesta come aumento della pesantezza del corpo e intenso radicamento al terreno, dovuto al rilassamento dei vasi sanguigni, un affievolimento della tensione muscolare, un maggiore afflusso di sangue in quasi tutti gli organi e una migliore funzione respiratoria.
Il training autogeno genera un leggero stato di trance con un abbassamento della soglia di coscienza. E’ consigliato per contrastare disturbi quali l’ansia, l’emicrania, l’asma, l’attacco di panico e l’ipertensione. Solitamente, sono sufficienti 5 o 6 esperienze di circa un’ora l’una per imparare a riprodurre uno stato di profondo rilassamento muscolare, almeno a partire da uno stato emotivo “normale”.Gli esercizi vanno eseguiti tutti i giorni per almeno quindici minuti. Meglio se lontano dai pasti. Eccoli qui, a grandissime linee:
I 2 fondamentali:
• esercizio della pesantezza: produce uno stato di rilassamento muscolare, ovvero di rilassamento dei muscoli striati e lisci;
• esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno.
E 4 complementari:
• esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardiovascolare;
• esercizio del respiro: produce un miglioramento della funzione respiratoria;
• esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni;
• esercizio della fronte fresca: può favorire l’eliminazione di eventuali mal di testa, perché produce un leggera vasocostrizione nella regione encefalica.
Ulteriori spiegazioni e approfondimenti [url=http://www.istitutobeck.it/Clinica/TrainingAutogeno.asp ]qui[/url] e [url=http://www.nienteansia.it/terapie6.html]qui[/url].
[paola segurini – www.mondisintetici.it]