Il 20 marzo è il Meatout Day
15 marzo 2007Il 20 marzo torna il [url=http://www.meatout.org/index.htm]Meatout Day[/url], la giornata internazionale senza carne, una campagna avente lo scopo di promuovere un’alimentazione salutare e non violenta, a base di frutta, verdura e cereali integrali.
Il Meatout Day si pone il proposito di rendere noti ai più gli aspetti positivi di una dieta vegetariana, evidenziando al contempo quali sono le alternative alimentari alla carne e ai latticini e quale sia la loro reperibilità nella grande distribuzione, nei ristoranti e così via.
L’importanza dell’operazione “meatout” è vertiginosamente cresciuta nel corso dei suoi vent’anni di vita (la prima giornata internazionale risale al 1985) fino a divenire la più importante campagna di educazione alimentare a livello mondiale. Non solo negli Stati Uniti (suo luogo di origine) ma anche in molti altri Paesi si moltiplicano gli eventi ad essa correlati: semplici tavoli informativi, mostre, succulente dimostrazioni culinarie e feste di vari genere. A tutti i partecipanti, ai curiosi e agli ospiti viene soltanto chiesto di “dare un calcio alla abitudine di mangiare carne, almeno per un giorno – il 20 marzo, primo giorno di primavera- e di affacciarsi verso un mondo nuovo, in cui l’alimentazione è salutare, non violenta, a base di frutta, verdura e cereali integrali.”
Numerose tra le principali organizzazioni sanitarie statunitensi, tra le quali la American Cancer Society (Società Americana contro il Cancro), il National Cancer Institute (Istituto Nazionale Tumori), la John Hopkins University e l’American Heart Association (la corrispondente Associazione Americana degli “Amici del Cuore”) hanno, in questi vent’anni, promosso a loro volta campagne per la diffusione dell’alimentazione vegetariana.
La “Giornata Internazionale senza Carne” rispecchia quella che è l’attuale tendenza negli Stati Uniti:
Le maggiori organizzazione sanitarie in collaborazione con il governo hanno ufficialmente pubblicato delle linee guida in fatto di alimentazione, destinate agli americani, alla base delle quali vi è un regime alimentare di tipo vegetariano.
Oltre 30 milioni di americani hanno optato per una dieta vegetariana.
Un adolescente su cinque ritiene che il vegetarismo sia decisamente “in”.
Il consumo di carne di manzo e di vitello, di produzione nazionale, è diminuito rispettivamente del 25 e del 70%.
I maggiori produttori e commercianti in campo alimentari stanno promuovendo prodotti vegetariani e vegani (cioè totalmente privi di derivati animali).
Molte catene di fast food offrono panini completamente vegetariani. Stesso trend anche per gli “hot-dog” venduti durante le partite di baseball.
[b]Cosa sono i “meatout mondays”?[/b]
Dato che una corretta alimentazione non può limitarsi ad una sola giornata all’anno, sono stati creati i “Lunedì senza Carne”. Chi vi aderisce si impegna a non mangiare carne o altri alimenti di origine animale tutti i lunedì per sei mesi.
È possibile registrarsi tra i partecipanti: in tal caso ogni settimana viene inviato un messaggio di posta elettronica (in lingua inglese) contenete ricette, informazioni e consigli pratici.
Per saperne di più e per aderire [url=http://www.meatoutmondays.org ]http://www.meatoutmondays.org [/url] (in lingua inglese).
[b]Da chi è organizzata la “Giornata Internazionale senza Carne”?[/b]
La prima edizione risale al 1985 e, da sempre, la campagna è gestita dalla FARM, un’organizzazione nazionale statunitense a fini sociali e senza scopo di lucro.
[b]Chi sostiene la “Giornata Internazionale senza Carne”?[/b]
La manifestazione può contare sul sostegno di molti, in veste associativa o come singoli privati. Tra di essi vi sono animalisti, ambientalisti, persone impegnate nel sociale e persino associazioni a tutela dei consumatori. Non mancano però anche professionisti in campo sanitario, educatori, produttori e commercianti di prodotti privi di carne, mass media, uffici pubblici e personaggi celebri.
Chi sostiene “meatout” è fortemente interessato all’ambiente in cui vive ed ai danni di tipo ecologico causato dagli allevamenti intensivi: la “Giornata Internazionale senza Carne” non promuove quindi soltanto una più sana alimentazione ma anche un futuro sostenibile per il nostro pianeta.
Molti sono le città che ogni anno aderiscono pubblicamente alla campagna. Tra i personaggi celebri vi sono (solo per citarne alcuni): Doris Day (attrice), Joaquinh Phoenix (attore) e Jeremy Rifkin (economista e scrittore).
[b]Perché partecipare?[/b]
Dare un calcio alla carne” comporta innegabili benefici per la salute, aiuta a combattere la fame nel mondo, contribuisce a conservare le risorse della terra, migliora la qualità dell’ambiente e consente di tutelare il benessere animale.
Rinunciando alla carne noi:
Riduciamo i rischi di contrarre coronaropatie, infarto, tumori ed altre patologie croniche.
Diminuiamo il rischio di incorrere in alcune infezioni di tipo alimentare (ad esempio la salmonella).
Miglioriamo i nostri livelli energetici, diminuiamo le spese destinate al cibo, semplifichiamo la preparazione dei piatti e riduciamo i tempi necessari alla pulizia una volta finito di mangiare.
Contribuiamo a combattere la fame nel mondo: se fossimo tutti vegetariani il cibo destinato agli animali da allevamento verrebbe invece utilizzato per sfamare le popolazioni che non hanno di che nutrirsi. E’ noto infatti che la conversione proteica da vegetale ad animale comporta enormi perdite in termini energetico-alimentari.
Preserviamo i terreni coltivabili, l’acqua e le altre risorse alimentari indispensabili per la sopravvivenza dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.
Proteggiamo le foreste, le praterie e tutti gli altri habitat naturali dagli abusi da parte degli allevatori di bestiame e al contempo riduciamo l’inquinamento da metano, da fertilizzanti e da pesticidi nella nostra aria e nella nostra acqua.
Salviamo gli animali dalla prigionia, dall’essere ammassati l’uno sull’altro in condizioni inadeguate, dalle deprivazioni, da una somministrazione assolutamente abnorme e innaturale di farmaci e droghe, dalle mutilazioni, dai maltrattamenti e da una crudele macellazione. Ogni persona che adotta un regime alimentare vegetariano salva ogni anno 80 esseri viventi innocenti e senzienti. Nel corso di una volta, per il solo fatto di essere vegan (cioè non fare uso di prodotti di origine animale), si possono salvare più di 6000 animali.
[grazie a trieste.com]