I vegetariani contestano i menù a scuola
4 dicembre 2007Al posto di carne e pesce chiedono alimenti vegetariani che non siano, però, solo formaggio. Sono i genitori di studenti che frequentano le scuole dell’obbligo di Venezia e che hanno scritto una lettera al sindaco sul tema della scelta vegetariana nelle mense scolastiche della città, chiedendo che il comune garantisca ai loro figli un menu scolastico paritario rispetto a quello degli scolari “onnivori”. A detta dei genitori, la mensa scolastica non fa fronte all’esigenza di una dieta vegetariana equilibrata, ma offre quotidianamente, in sostituzione di un pasto con carne o pesce, un pranzo in bianco. E ciò a causa di contratto sottoscritto tra il Comune e Ames in materia di mense scolastiche, in cui è definito un rigido capitolato di prestazioni, tra le quali non è contemplata la fornitura di alimenti vegetariani sostitutivi, fatta eccezione per il formaggio.
Difficile trovare una soluzione soddisfacente, pare. Fatto confermato anche dall’assessore Annamaria Miraglia(nella foto), che, pur comprendendo le ragioni, in un colloquio avuto lo scorso 9 ottobre con i genitori aveva confermato di non essere nelle condizioni di poter trovare soluzioni adeguate. «In buona sostanza, ai sensi del regolamento comunale le nostre esigenze sono considerate come richieste di dieta personalizzata e non come una scelta etica, conseguentemente l’unica soluzione percorribile che ci è stata proposta è l’estensione della dieta in bianco ad una varietà di due o tre tipi di formaggio diversificati anziché sempre la stessa solita fettina – ha spiegato Iris Piliego – Ciò non ci basta e la cosa che ci rattrista di più è che il nuovo capitolato è stato firmato pochi mesi fa ma continua a mantenere inevase le esigenze dei vegetariani».
Provocatoriamente i genitori dei bimbi vegetariani dichiarano che si tratta di un diniego comunale legato al fatto che si tratta non di scelte religiose bensì etiche. «La preghiamo, sindaco Cacciari, metta il suo assessore nelle condizioni di farci una proposta di menù scolastico paritaria rispetto a quella degli scolari non vegetariani – chiede Iris Piliego – Questo diritto è fortunatamente già acquisito dagli scolari mussulmani, per i quali è riconosciuta la diversità alimentare per motivi religiosi; perché non riconoscere questo diritto anche agli scolari vegetariani per motivi etici?. Comuni più piccoli come Treviso, Jesolo o Eraclea hanno già inserito tale opzione nei menu scolastici; riteniamo che anche Venezia dovrebbe essere in grado di fare un piccolo sforzo al servizio dei suoi cittadini, modificando ed integrando un contratto già sottoscritto e un regolamento esistente».
A dare sostegno alla protesta dei genitori (che continuerà ad oltranza) anche l’associazione Vegan Italia, che da tempo si batte per una corretta informazione sul vegetarismo. «Non è possibile che in un Comune come quello di Venezia, storicamente aperto a tutte le diversità non trovi applicazione un diritto sancito costituzionalmente – ha dichiarato Stefano Momentè, portavoce dell’associazione – Auspichiamo una conclusione favorevole e repentina di tutta la vicenda».
[il gazzettino – 4 dicembre 2007 – daniela pierobon]