I dispiaceri della carne
30 maggio 2008Categoria : Scrivono di noi
Tag : carne, stefano momentè, vegan, vegani, veganismo
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È il loro primo appuntamento. Lui ordina un bel tagliere misto di salumi e formaggi, lei una zuppa di legumi e un ricco pinzimonio. Lui mangia da predatore. Lei degusta leggera e imprendibile. Ma non ci sarà né dopocena né altro futuro. Perché lei è vegana. E se sulla cintura di vera pelle potrebbe sorvolare, non bacerebbe mai una bocca che ha masticato quello che in origine sanguinava.
Mai condividerà con lui i piaceri della carne. Il caso è estremo, si chiama vegansexuality, ed è realtà tutta americana.
«Ma è più una costruzione giornalistica » dice Stefano Momentè, fondatore di Veganitalia. «A parte integralismi, è normale frequentare i tuoi simili».
Anche se l’integralismo è obbligatorio per un vegano. «Perché è una scelta etica, profonda, consapevole ».
Che va oltre il vegetariano, il quale può invece permettersi l’ovetto. Qui non è concesso nessun derivato da animale. Nemmeno da indossare. Niente cuoio, lana o altra pellaccia. Per le vegane, il corpo di un carnivoro è diverso. Anche nell’odore. Scopriamo dal forum che quello vegano è più delicato, ha meno tossine da espellere, «non avendo ingerito cadaveri».
Cosa manca all’alimentazione di un vegano?
«Nulla» risponde Momentè «solo la vitamina B12 che si trova già addizionata in molti prodotti. Ma vale per vegani e non. Si dà, infatti, agli over 60. È una sorta di muffetta che è scomparsa dai nostri vegetali per la troppa igiene».
I fondamentali?
«Cinque: cereali, legumi, semi oleosi, frutta e verdura».
Le medicine?
«Solo quelle che non sono sperimentate sugli animali. Sul sito www.scienzavegetariana.it si trova ogni risposta».
Perché l’animale è ovunque. Il miele è anche lui out. E poi ci sono le gelatine animali che possono trovarsi nel vino scadente, come nella birra scura o nelle caramelle.
Lo shopping?
«Cotone, lino, jeans. Poi c’è il PET, ricavato dalla plastica delle bottiglie, che può essere filato o usato come imbottitura. Caldissimo, più della lana».
La ricerca quasi maniacale dello stile di vita vegano ha molto da condividere con il riciclo e con le ormai irrinunciabili motivazioni ecologiche e ambientali. Perché vegano, contrazione dell’inglese ‘vegetarian’, suona un po’ come ‘marziano’.
Alieno, ma anche creatura del futuro.
Maurizio Baruffaldi – da metronews del 30 maggio 2008