La superiorità ecologica della dieta vegan

Categoria : Ambiente ed ecologia

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L’associazione di consumatori tedesca Foodwatch ha pubblicato lunedì 25 agosto un report sull’impatto dell’agricoltura e dell’allevamento sull’effetto serra, il primo nel suo genere che confronta anche la metodologia di produzione – agricoltura e allevamento biologici o meno.Lo studio è stato svolto dall’Istituto tedesco per la Ricerca sull’Economia Ecologica (IOeW), e ha tenunto conto delle emissioni di CO2 risultanti dalla coltivazione dei mangimi per gli animali, dall’utilizzo dei pascoli per l’allevamento e dalle deiezioni prodotte dagli animali stessi.

Il confronto, per risultare di facile comprensione al pubblico, è stato esplicitato in termini di “km equivalenti” percorsi in auto (una BMW, per la precisione), e quindi spiega a quanti km percorsi in auto equivale 1 kg di carne, 1 kg di grano, ecc.

Il risultato che ne emerge è che, come già noto da altri studi, il tipo di alimentazione più ecologista è quella 100% vegetale, vale a dire l’alimentazione vegan. L’alimentazione vegetariana ha un impatto 4 volte più alto, quella onnivora 8 volte più alto.

Questo solo per quanto riguarda l’effetto serra, ma va tenuto presente che come impatto ambientale totale contano anche i consumi di acqua, sostanze chimiche, terreni, e l’inquinamento da deiezioni in generale.

*I numeri: confronto tra tipi di alimentazione e tipi di produzione*

Se confrontiamo le emissioni di gas serra dovute al cibo consumato da una persona per un anno intero, e le esprimiamo come equivalente in km percorsi in auto (BMW) in un anno, questi sono i risultati numerici dello studio:

Alimentazione vegan
Da agricoltura bio: 281 km
Da agricoltura convenzionale: 629 km

Alimentazione latto-ovo-vegetariana
Da agricoltura bio: 1978 km
Da agricoltura convenzionale: 2427 km

Alimentazione onnivora
Da agricoltura bio: 4377 km
Da agricoltura convenzionale: 4758 km

Come si vede, l’agricultura biologica è una scelta molto ecologica, ma solo se si consumano direttamente i vegetali: con un’alimentazione vegan, si possono dimezzare le emissioni di gas serra, se si scelgono vegatali da agricoltura biologica. Ma anche con l’agricoltura convenzionale, la scelta vegan batte di molte lunghezze le altre due possibilità.

Viceversa, la scelta biologica non è molto rilevante nell’alimentazione onnivora (è quasi insignificante), e nemmeno in quella latto-ovo-vegetariana.

E’ importante notare che non è vero, come in molto credono, che il problema sia solo quello del metano emesso da bovini, pecore e capre durante la digestione: il problema esiste per tutti gli animali d’allevamento, perché è dovuto in larga misura al fatto che per produrre 1 kg di carne è necessario coltivare appositamente una quantità di mangime che va da 4 a 35 volte tanto, con tutti gli sprechi – di energia, acqua, sostanze chimiche, ecc. che questo comporta.

*Il mito della “carne biologica”: non è vero che aiuta l’ambiente*

Chi sceglie di mangiare carne biologica, e lo fa però consumandone sempre la stessa quantità, senza ridurre i consumi, non fa nessun regalo all’ambiente.

Anzi, come mostrano i risultati dello studio, la produzione di 1 kg di carne bovina da allevamento estensivo equivale a 113,4 km in BMW, mentre da allevamento intensivo equivale a 70,6 km, come emissioni di gas serra. Per quanto riguarda il formaggio, biologico o non biologico non cambia molto, è sempre un cibo molto dispendioso in termini di CO2: 71,4 km equivalenti per 1 kg di formaggio da allevamento intensivo, 65,5 km per quello da allevamento biologico estensivo.

Quindi, come ben spiegano gli scienziati autori del report, l’allevamento biologico aiuterebbe l’ambiente solo se fosse portato alle sue estreme conseguenze, vale a dire: 1. l’allevamento estensivo-biologico richiede molta terra; 2. se tutti gli allevamenti fossero biologici, ci sarebbe per forza di cose una diminuzione di almeno il 70% della produzione; 3. quindi, effettivamente, se si allevassero solo il 30% degli animali che si allevano oggi, ci sarebbero dei benefici per l’ambiente. Ma solo perché si allevano meno animali, non perché si allevano in modo estensivo-biologico!

Invece, consumare carne biologica, mantenendo inalterati i consumi, significa non cambiare nulla, e non aiutare per nulla l’ambiente, anzi.

Quindi, chi pensa di risolvere il problema mangiando carne biologica dovrebbe prima diminuire i suoi consumi del 70%, se vuole essere ecologicamente coerente.

*Qual è la soluzione, e perché non viene messa in pratica?*

Il report affronta anche il problema pratico di che cosa fare con la lobby degli allevatori. Gli autori del report parlano chiaro: serve una diminuzione dei consumi di carne, latte e formaggi, non ci sono altre soluzioni. Questo lo sostengono l’associazione di consumatori Foodwatch, e il Ministero dell’Ambiente tedesco.

Ma, come viene spiegato nel report, l’agricoltura è il punto debole del piano governativo per combattere i cambiamenti climatici, in Germania (come in tutti gli altri paesi europei, Italia inclusa). Il settore dell’agricoltura e zootecnia è del tutto esentato dal programma per ridurre l’emissione dei gas serra.

E pensare che il settore zootecnico è responsabile del 18% del totale dell’effetto serra, molto di più dell’intero settore dei trasporti (13,5%).

Questa scelta non ha senso, ma, come spiega un esponente del Ministero dell’Ambiente intervistato dal quotidiano Spiegel: “Abbiamo esentato il settore dell’agricoltura per limitare il numero di potenziali conflitti”. Infatti, come aggiunge un ex-consulente dello stesso ministero, Hans-Joachim Koch, “Questa lobby è ben organizzata”. Il suo successore, Martin Faulstich, aggiunge: “Nessuno osa dire che dovremmo mangiare meno carne e più proteine vegetali”.

Questo ovviamente non accade solo in Germania, ma dappertutto.

*Perché dare sussidi a chi inquina e non intende smettere?*

L’associazione di consumatori Foodwatch vuole vedere cancellati per sempre i sussidi dell’Unione Europea al settore dell’agricoltura, e vuole che chi emette gas serra paghi delle tasse apposite, anziché essere pagato con le tasse dei cittadini. In questo modo verrebbero premiate le produzioni con meno emissioni di CO2, quindi sostanzialmente quelle vegetali per il diretto consumo umano, ancora di più se biologiche.

Lo stesso chiede anche il Ministro dell’Ambiente tedesco Gabriel, che si oppone al fatto che vengano dati 40 miliardi di euro l’anno al settore agricolo e zootecnico quando quest’ultimo è dannoso per l’ambiente.

Della stessa idea è il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione (NEIC) che ha da poco lanciato una petizione popolare a livello europeo per chiedere esplicitamente l’eliminazione di tutti i sussidi al settore zootecnico, in quanto dannoso per l’ambiente e la salute umana. Si può firmare on-line o si possono raccogliere firme su una petizione cartacea, andando alla pagina:
www.nutritionecology.org/it/news/stop_subsidies.html

Al contrario, il Ministro dell’Agricoltura tedesco, Seehofer, si oppone all’idea di andare contro la lobby degli allevatori, e, sempre secondo lo Spiegel, intende proporre un piano per usare “fertilizzanti più efficienti, nuovi animali che rilascino meno metano nell’atmosfera, e l’acquisto di attrezzature agricole più ecologiche”.

In sostanza, queste “misure” lasciano il tempo che trovano, e infatti, come riporta lo Spiegel, gli stessi membri dello staff del Ministero dell’Agricoltura sanno benissimo che queste misure non ridurranno le emissioni di gas serra in modo percettibile. E secondo i membri del ministero di più alto livello “una riduzione drastica dei gas serra del settore agricolo si potrà ottenere soltanto se tutti consumeranno meno carne, latte, formaggio e yoghurt”.

Fonti:

Spiegel on-line, The Cow Is a Climate Bomb, 27 agosto 2008
http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,574754,00.html

Foodwatch, Klimaretter Bio?, 25 agosto 2008
http://www.foodwatch.de/foodwatch/content/e10/e17197/e17201/e17219/foodwatch-Report_Klimaretter-Bio_20080825_ger.pdf

NEIC, Panel 1 – Impatto ambientale
http://www.nutritionecology.org/it/panel1/intro.html

[da ssnv.it]

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