Merendine addio, a scuola frutta snack!

Categoria : Società

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Merendine, patatine fritte, bibite gassate, dolciumi e altre ‘schifezze’ addio. Negli speciali distributori comparsi l’anno scorso in 82 scuole superiori di Roma, Bologna e Bari i ragazzi hanno trovato macedonia, mele a fette fresche e secche, yogurt, succhi di frutta, insomma merende sane e a prova di chili di troppo, da 0,70 centesimi a 1,50 euro a porzione. E sembra proprio che ai 42.500 tra ragazzi, insegnanti e famiglie l’idea del progetto ‘Frutta snack’ sia piaciuta, come hanno rivelato i 1.500 questionari compilati da docenti e alunni. “Grazie al progetto pilota il 54% dei ragazzi ha detto di aver aumentato il consumo di frutta settimanale – spiega Salvatore Zappalà, della Facoltà di psicologia dell’Università di Bologna, illustrando oggi a Roma il progetto – E nella classifica dei prodotti preferiti dai ragazzi spicca la macedonia di frutta, seguita dalla mela a fette, dallo yogurt alla frutta e dai succhi”. Il progetto pilota, promosso dal ministero del Welfare d’intesa con quello dell’Istruzione e rivolto ai ragazzi di 16-17 anni, non finisce oggi.

“I distributori di snack resteranno nelle scuole e, anzi, vogliamo ampliare l’iniziativa. E fare in modo che la scuola sia il braccio destro della salute”, dice il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini. E i promotori hanno anche lanciato un concorso, rivolto agli studenti coinvolti in ‘Frutta snack’, per comunicare ai coetanei l’importanza di frutta e verdura attraverso uno spot radiofonico. In palio, un buono da 300 euro e una giornata ‘benessere in campagna in un’azienda agrituristica e ortofrutticola’ (per iscriversi c’è tempo fino al 10 marzo).

Dall’indagine condotta confrontando le risposte di 1.000 alunni che partecipavano al progetto e quasi 500 coetanei, i ricercatori hanno scoperto che il 60% dei giovani di 16-17 anni di Roma e Bologna fa sport, contro il 40% di quelli di Bari; che il 40% degli alunni fa lo spuntino a scuola tutti i giorni e solo il 9% non lo fa mai. E che in media i ragazzi consumano poco meno di 3 porzioni di frutta o verdura al giorno.

“Le ragazze ne mangiano più dei maschi, e gli alunni dei licei più degli istituti tecnici”, spiegano i ricercatori. Di fronte ai distributori di frutta a scuola il 58% dei ragazzi non è rimasto indifferente e li ha usati una o due volte al mese, il 18% una paio di volte a settimana e l’11% ancora più spesso.

Nella top ten dei gusti dei ragazzi, il primo posto nei consumi spetta alla macedonia, assaggiata da un ragazzo su due. Subito dopo ci sono le fette di mela essiccate, gli spicchi di mela fresca, lo yogurt e i succhi (provati dal 30%). Le confezioni di frutta secca hanno tentato il 21% degli studenti e la passata ‘solo’ il 13%. Per quanto riguarda il gusto, particolarmente apprezzati risultano yogurt, succhi e macedonia. Meno apprezzati i prodotti secchi e la passata.

Per quanto riguarda il prezzo, i ragazzi indicano quelli più costosi come anche i più attraenti. Inoltre non ci sono grandi differenze di gusto fra le tre città, eccezion fatta per la mela fresca, risultata più gradita a Bologna, e i succhi da bere, più apprezzati a Bari. Infine le ragazze in genere preferiscono i succhi, e i ragazzi la mela secca. La buona notizia è che il 54% degli alunni ha detto di aver aumentato il consumo di questi alimenti proprio grazie al progetto, e il 67% dice di conoscere meglio le virtù della frutta per la salute.

“L’atteggiamento dei ragazzi è in genere positivo, ma spesso nella pratica le buone intenzioni vacillano. Anche perché – aggiunge Zappalà – gli studenti pensano che sia più facile procurarsi la frutta a casa piuttosto che a scuola”.

Oltre tutto i ragazzi sanno che la frutta fa bene e le patatine no, ma sono buone e costano meno, per cui spesso comprano quelle. Inoltre dagli approfondimenti con gli insegnanti sembra che i giovani siano davvero inclini a consumare indiscriminatamente snack e merendine, dunque occorre moltiplicare gli sforzi. Le iniziative previste dal progetto hanno riscosso “un elevato consenso sia tra gli insegnanti che tra gli studenti”, sottolineano i ricercatori.

Che hanno messo in luce qualche difficoltà connessa alla limitata diffusione all’interno delle scuole dei distributori ‘sani’ e al rifornimento non sempre regolare. Anche i costi della frutta sono ritenuti più elevati rispetto alle classiche merendine, e il ministero ha fatto bene a sostenere l’iniziativa tenendo bassi i prezzi, dicono i ricercatori. Non solo, dopo ‘Frutta snack’ gli insegnanti hanno segnalato che un certo numero di studenti ha iniziato a portarsi mele e banane da casa per l’intervallo. Insomma, il progetto sta funzionando.

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