Ecco l'alfabeto che salverà il mondo
7 dicembre 2009Abbiamo due settimane per tirare il freno d’emergenza ed evitare la catastrofe climatica. Ma per raggiungere l’obiettivo dobbiamo rompere i vecchi schemi: non più solo obblighi ma spazio per la Terza rivoluzione industriale che non è né di destra né di sinistra.
Ecco un alfabeto per capire qual è la posta in gioco. ANIDRIDE CARBONICA Il mutamento climatico sta procedendo a velocità superiore alle previsioni: l’obiettivo che fino a ieri sembrava sufficiente, un tetto di concentrazione di CO2 in atmosfera di 450 parti per milione, non ci protegge dal rischio della catastrofe. Come dice Jim Hansen, uno dei più accreditati climatologi, invece di continuare ad accumulare anidride carbonica in cielo dobbiamo tornare indietro, verso le 280 parti per milione dell’era preindustriale. Oggi siamo a quota 387: scendiamo almeno a 350.
BRASILE Meglio tardi che mai. Per decenni il Brasile è stato responsabile della deforestazione dell’Amazzonia, una devastazione che minaccia la sicurezza di uno degli ecosistemi fondamentali. Oggi il governo di Lula ha cambiato rotta: Copenaghen può essere il momento di rendere ufficiale la svolta.
CINA E’ il paese che emette più anidride carbonica di tutti gli altri. Ma sta già pagando un prezzo pesante, in termini di vite umane, al cambiamento climatico. Se potesse scegliere tra il carbone e le tecnologie più avanzate della terza rivoluzione industriale cosa farebbe?
EFFICIENZA ENERGETICA E’ la base per il riassetto energetico. Molti tagli di emissioni si possono realizzare eliminando gli sprechi e l’inefficienza.
FONDI I fondi per il trasferimento delle tecnologie avanzate ai paesi meno industrializzati sono un atto di giustizia: non si può penalizzare proprio chi è stato escluso dalla seconda rivoluzione industriale. Bisogna permettere a questi paesi di fare il salto della rana passando direttamente alla Terza rivoluzione industriale.
IDROGENO Le rinnovabili sono una fonte pulita ma non costante: c’è bisogno di un serbatoio per immagazzinare l’energia prodotta durante i momenti di picco. Questo serbatoio è l’idrogeno che permette anche di riutilizzare in modo flessibile l’energia accumulata.
KYOTO E’ stato il momento che ha segnato l’inizio del percorso dalla geopolitica alla politica della biosfera.
LAVORO La Terza rivoluzione industriale dà spazio a sistemi labour intensive e produrrà milioni di posti di lavoro.
NUCLEARE Il nucleare è la tecnologia della guerra fredda. In più di mezzo secolo non ha risolto i suoi problemi, anzi li ha aggravati: rischi di incidenti durante tutte le fasi del ciclo di produzione, rischio terrorismo, rischio scorie. E nessun beneficio economico.
OBAMA La svolta di Obama è la premessa per un cambiamento che dovrà essere molto più radicale: senza la visione d’assieme, senza la capacità di pensare a lungo termine, il rilancio delle fonti rinnovabili è privo di solide basi.
POST KYOTO La conferenza di Copenaghen può avere successo se si fa il salto dalla prospettiva degli obblighi a quella delle opportunità. Invece di pensare solo a quantificare quello che non si deve fare bisogna cominciare a dire quante fonti rinnovabili, quanti edifici sostenibili, quanto idrogeno, quante smart grid deve realizzare ogni paese.
RINNOVABILI Sono il primo pilastro della terza rivoluzione industriale. Due regioni spagnole, la Navarra e l’Aragona, in dieci anni sono arrivate al 70 per cento di elettricità da fonti pulite. Perché non fare altrettanto?
SCETTICI E’ un gruppetto inesistente sotto il profilo scientifico. Riescono ad avere visibilità perché sono supportati dalle lobby delle vecchie fonti energetiche che li usano per seminare dubbi nell’opinione pubblica.
TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Permette sia lo sviluppo economico che la riduzione delle emissioni serra. Poggia su quattro pilastri: le energie rinnovabili, gli edifici sostenibili, l’idrogeno e le reti intelligenti, le smart grid per distribuire l’energia secondo il modello del web. La Terza rivoluzione industriale significa spostare il potere dalle oligarchie che gestiscono le grandi centrali elettriche alle persone. Oggi parliamo attraverso Skype e si creano network liberi di scambio e condivisione delle informazioni. Perché non farlo con l’energia?
UNIONE EUROPEA E’ stata l’apripista della battaglia per la difesa della biosfera. E lo ha fatto in condizioni di isolamento e di grande difficoltà. Ora può guardare con più fiducia al futuro, soprattutto se saprà sfruttare le sue grandi potenzialità.
VEGETARIANI La seconda causa di cambiamento climatico al mondo è l’emissione di CO2 derivante dall’allevamento di animali, ovvero dalla grande quantità di carne che consumiamo. Per abbattere le emissioni bisogna passare alla dieta mediterranea, come in Italia, mangiando molte verdure e molta frutta.
[da repubblica del 6 dicembre 2009 – jeremy rifkin -testo raccolto da Antonio Cianciullo]