Fauna selvatica, danni e cacciatori
22 dicembre 2010Da qualche anno a questa parte, spesso i media riportano notizie relative ai danni che sarebbero procurati alle colture dagli animali selvatici. Nella maggior parte dei casi i cinghiali vengono accusati di essere responsabili di far sborsare alle Regioni enormi cifre per rifondere gli agricoltori che, stando alle loro denunce, subiscono gravi danni alle colture.La scorsa settimana la Conferenza Stato Regioni, ha pubblicato un interessante documento che riporta, suddivisa per ogni regione, l’entità delle cifre stanziate per rifondere i danni procurati dagli animali selvatici. Analizzando i dati riferiti al Veneto, balza all’attenzione il fatto che il maggior esborso di denaro sopportato dalla Regione e quindi da tutti i cittadini veneti, è da ricondurre ai danni procurati da lepri e fagiani, ovvero da animali che vengono ripetutamente immessi sul territorio dai cacciatori.
Si fa un gran parlare dei danni procurati dai cinghiali, additati quali veri e propri devastatori dell’ambiente e delle colture agricole, nonché delle nutrie, additate quali untrici del ventunesimo secolo, instancabili demolitrici delle opere umane. Eppure, leggendo la tabella prodotta dalla Conferenza Stato Regioni, che non è certo un’associazione animalista, risulta che nel 2009 lepri e fagiani da soli hanno determinato più del 54% del totale dei danni: il 585% in più dei cinghiali; il 649% in più delle nutrie! Più di un milione e 200 mila euro che il Veneto ha sottratto ad altri capitoli di spesa, per rifondere i danni procurati dagli animali che i cacciatori ammazzano per passatempo.
A seguito dei gravissimi danni patiti dal Veneto nel corso dell’alluvione di novembre, si è fatto un gran parlare dei danneggiamenti procurati agli argini dalle nutrie, nessun documento scientifico è stato prodotto per supportare questa tesi che ha, di fatto, trovato un facile capro espiatorio nei roditori portati dal Sudamerica allo scopo di produrre pellicce e poi liberati sul territorio dagli allevatori. Nel caso dei danni procurati da lepri e fagiani invece e nonostante l’enormità delle cifre sborsate, nessun accenno alle dirette responsabilità del mondo venatorio. “Davanti all’evidenza delle cifre è opportuno che siano messi da parte facili proclami che, basati sul nulla, incolpano ora una specie, ora l’altra – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV – è ora che il presidente Zaia agisca decisamente, ridimensionando lo strapotere dei cacciatori e le pesanti ricadute del loro passatempo sanguinario, i cittadini veneti non possono essere chiamati a quotidiani sacrifici mentre il loro denaro viene sperperato!”
[21 dicembre 2010 – ufficio stampa LAV]