Patata blu, delizia da Alta cucina, curiosa e ricca di antiossidanti
4 gennaio 2012E’ una curiosità che stupisce e che si fa ricordare per il gusto originale e diverso. Molto forte. La patata blu è una varietà storica proveniente dalle Ande peruviane. E’ definita una varietà primordiale e semiselvatica: un esempio di prodotto “biodiverso” che l’Alta cucina sta riscoprendo.
Si caratterizza per il colore blu viola della buccia e della polpa. Della stessa tipologia sono le vitelotte francesi (si trovano in particolare nella zona della Piccardia) e le blu di San Gallo, coltivate nel cantone svizzero dei Grigioni, e di una zona del Trentino attorno a Margone (Valle dei Laghi).
La patata blu, che fa parte della specie Solanum tuberosum, non va confusa con la “patata nera” o con la “patata violetta”, la cui polpa è gialla. Sul nero o sul violetto esse hanno solo la superficie. Nel Trevigiano viene prodotta da Aurelio Codello, azienda di Moriago della Battaglia, un orticoltore che ama sperimentare coltivazioni originali, antiche e inconsuete.
“E’ una patata – egli sottolinea – che mi ha sempre incuriosito. Sono stato felicissimo quando un amico francese, di Lione, me ne ha portato alcuni tuberi da seme. Li ho piantati e hanno dato ottime patate. Non si seminano per la resa o per reddito: sono patate che rendono poco e sono piuttosto piccole. In compenso però sono originali, diverse, ricchissime di antiossidanti. Sono sfiziose. Resistono alle malattie e alla siccità. Hanno un gusto molto forte, per cui non sempre sono apprezzate e accettate”.
“Sono comunque un prodotto interessante e che merita attenzione, è il commento di Sergio Tronchin, di OPO Veneto, organizzazione di produttori con sede centrale a Zero Branco (Treviso), che ha cominciato a trattare la patata blu e a commercializzarla: destinazione la grande ristorazione. In cucina è molto versatile: la si può presentare in tutte le versioni, lessa, fritta, al forno. Ma è il purè della patata blu che si presta a combinazioni o abbinamenti di grande effetto cromatico.
[da ortoveneto.it – angelo squizzato]