Cibo e malattia di Alzheimer
27 ottobre 2014Categoria : Salute e benessere
Tag : alzheimer, cervello, malattia, stefano momentè, vegan, veganismo
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La malattia di Alzheimer è certamente la forma più comune di demenza, nonchè la malattia neurodegenerativa più diffusa, in quanto interessa circa 800.000 persone in Italia e circa 27 milioni in tutto il mondo. Tranne che per rare forme genetiche, per lo più familiari, che colpiscono individui giovani, il fattore maggiormente correlato all’incidenza della patologia è l’età. Circa il 5-10% della popolazione di età superiore ai 65 anni soffre di questa malattia, ma la percentuale aumenta progressivamente con l’invecchiamento, arrivando a colpire quasi il 50% degli individui di oltre 85 anni.
L’American Academy of Neurology prevede che questi tassi triplicheranno addirittura nei prossimi quattro decenni. Ciò significa che solo in Nord America il numero di persone affette da Alzheimer passerà entro il 2050 da 4,7 a 13,8 milioni. Per i malati le cure si rivelano insufficienti e incapaci di ridare la stessa qualità della vita che avevano prima che la malattia fosse diagnosticata.
Gli studi continuano, ma intanto si è scoperto che l’alimentazione gioca un fattore determinante nella prevenzione.
I grassi saturi, i grassi trans, e i metalli in eccesso sono le maggiori minacce per la salute del cervello. I grassi saturi si trovano in tutti i prodotti di origine animale e sembrano incoraggiare la produzione di placche nel cervello.
Studi precisi indicano addirittura che gli individui con più grassi saturi nella dieta hanno un rischio triplicato di sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto a quelli che evitano questi alimenti.
I grassi trans sono un’altra sostanza che si è dimostrato aumentare di cinque volte il rischio di contrarre la malattia di Alzheimer. Questi grassi sembrano aumentare la produzione della proteina beta amiloide, precursore del morbo di Alzheimer.
Metalli in eccesso, come ferro, rame e alluminio, si accumulano nel cervello e possono sfociare nell’Alzheimer. Il ferro in eccesso favorisce la produzione di radicali liberi, mentre troppo rame può compromettere i processi cognitivi.
Nel cervello dei malati di Alzheimer è stato trovato anche un accumulo di alluminio, motivo per cui si raccomanda di evitare pentole in alluminio rivestito e leggere le etichette al momento dell’acquisto di lievito in polvere, antiacidi e prodotti alimentari trasformati.
Ci sono molti modi per contribuire a rafforzare il cervello e prevenire la malattia di Alzheimer: è dimostrato che la vitamina E, abbondante nelle noci e nei semi, aiuta a prevenire questa malattia. Mandorle, nocciole, pinoli, noci, pistacchi, semi di girasole, semi di sesamo, semi di lino e canapa, sono tutti ad alto contenuto di vitamina E, e non c’è bisogno di mangiarne enormi quantità per ottenere benefici. Una manciata ogni giorno è sufficiente.
Il bel colore di uva e mirtilli non è solo apparenza: significa che questi frutti sono ricchi di potenti antiossidanti che aiutano a migliorare l’apprendimento.
Le patate dolci prendono il loro colore da un altro antiossidante, il beta carotene. Mangiare verdure a foglia verde e legumi assicurano acido folico e B6, due importanti vitamine protettive per il cervello. Un’altra vitamina, la B12, è difficile da assorbire attraverso gli alimenti (per tutti, anche gli onnivori!), per cui i medici consigliano un integratore.
Infine, l’esercizio fisico è da tempo riconosciuto come un mezzo per migliorare longevità e salute del cuore, ma lo è anche per la salute del cervello. L’esercizio aerobico può aiutare a ridurre atrofia cerebrale e migliora funzioni cognitive e memoria.
Stefano Momentè