I costi umani della sperimentazione sugli animali

Categoria : Animali
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vivisezioneLe immagini grafiche di gatti con elettrodi applicati alla testa, o di scimmie immobilizzate su una sedia con il cervello scoperchiato, con gli occhi carichi di terrore e di dolore, sono sufficienti a sconvolgere temporaneamente anche l’individuo più coriaceo.
La maggior parte di noi, tuttavia, scaccia queste immagini dalla mente ed accetta la situazione, poiché il governo e le istituzioni mediche ci dicono che questi esperimenti vengono condotti per il nostro bene; costoro seguitano a sostenere che senza queste procedure non si troveranno mai cure per le malattie del pianeta e che coloro che si oppongono alla sperimentazione animale sono estremisti che impediscono il “progresso”.
Eppure nonostante il presunto rigore dei collaudi su animali relativi a farmaci ritenuti sicuri per l’assunzione da parte degli esseri umani e quindi immessi sul mercato, due milioni di americani si ammalano in modo grave e circa 100.000 individui muoiono ogni anno a causa delle reazioni avverse alle medicine che sono state loro prescritte. Questa cifra supera il numero dei decessi dovuti alle droghe illegali nel loro complesso, con un costo annuale per il contribuente che ammonta a più di 136 miliardi di dollari americani di spesa per le cure mediche. In Inghilterra si e’ stimato che ogni anno si verificano 70.000 fra decessi e casi d’invalidita’ grave a causa delle reazioni avverse a farmaci prescritti, il che rende tale fenomeno la terza causa di decesso più diffusa (dopo l’infarto e il colpo aplopettico).
L’industria farmaceutica Ciba-Geigy ha stimato che solo il cinque per cento delle sostanze chimiche rivelatesi sicure ed efficaci nei test su animali raggiungono il mercato come farmaci da ricetta. Anche cosi’ fra il 1979 ed il 1985 la FDA (ente statuinitense preposto al controllo alimentare e farmaceutico, ndt) ha approvato 209 nuovi composti -102 dei quali sono stati ritirati o rietichettati a causa di gravi effetti collaterali non previsti fra i quali infarti, insufficienza epatica e colpi apoplettici.
Da anni il movimento per i diritti degli animali fa pressione contro la sperimentazione sugli animali con motivazioni etiche e morali, ma le prove scientifiche contro la vivisezione sono assai più energiche. I ricercatori che mettono a repentaglio le loro carriere ed ammettono pubblicamente che i modelli basati su animali sono imprecisi per valutare gli effetti dei farmaci sugli esseri umani, in un’industria da miliardi di dollari vengono incoraggiati a tacere o costretti a farlo.
Due ricercatori di questa stoffa sono il Dr. Ray Greek, anestesiologo americano, e sua moglie Jean Swingle Greek, dermatologa veterinaria. Entrambi sono ex-vivisettori che hanno studiato documentazione medica e scientifica in gran parte non accessibile ne’ visionabile da parte del pubblico. Nel loro nuovo libro Sacred Cows and Golden Geese: The Human Cost of Animal Experimentation (Vacche sacre e galline dalle uova d’oro: il costo umano della sperimentazione sugli animali, ndt)essi, utilizzando i dati propri dell’industria, denunciano il modo in cui noi veniamo tenuti all’oscuro dei pericoli per la nostra salute derivanti dagli esperimenti sugli animali.

Aprite un ratto, un cane, un maiale ed un essere umano e ci troverete grosso modo lo stesso, ma con alcune differenze; sono esattamente queste differenze ad incidere quando si tratta di assumere farmaci. Ad esempio i ratti, che sono la specie più comunemente utilizzata nella vivisezione, non sono dotati della cistifellea e secernono la bile in modo assai efficace.
“Molti farmaci vengono espulsi tramite la bile, cosicché ciò influisce sul periodo di dimezzamento del farmaco” spiegano Ray e Jean Greek. “I farmaci si legano al plasma dei ratti in modo molto meno efficace. I ratti respirano sempre attraverso il naso e poiché alcuni composti chimici vengono assorbiti nel naso, alcuni vengono filtrati. Di conseguenza, nel sistema dei ratti entra una diversa miscela di sostanze. Inoltre essi sono animali notturni, la loro flora intestinale si trova in posizione diversa e la loro pelle presenta proprietà di assorbimento differenti rispetto a quella degli esseri umani. Ciascuna di queste diversità altera il metabolismo del farmaco”.
Queste differenze sono solo ad un livello complessivo. Le medicine agiscono a livello microscopico, dando origine o interrompendo reazioni chimiche che risultano di gran lunga troppo piccole per poter essere osservate all’occhio umano.
Gli autori spiegano: “Siamo diversi a livello cellulare e a livello molecolare e, cosa assai rilevante, e’ proprio a tali livelli che la malattia si manifesta. Le cellule degli scimpanzé sono molto simili alle cellule degli esseri umani, però la loro organizzazione spaziale e’ assai diversa”.
Anche coloro che propugnano il modello animale, con i propri colleghi ne ammettono l’imprevedibilita’.
Il Dr. Ralph Heywood, direttore del Huntingdon Research Center, in USA, dice: “La migliore ipotesi per la correlazione di reaziono avverse nei dati di tossicita’ per l’uomo e gli animali oscilla fra il 5 ed il 25%.”
Il Dr. Herbert Hensel, direttore dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Marburg, si spinge oltre:” Secondo l’opinione di eminenti biostatistici, non è possibile trasferire le previsioni di probabilità dagli animali agli esseri umani…
Attualmente, di conseguenza, non esiste alcuna possibilità di una previsione scientificamente fondata. A tale proposito, la situazione è ancor meno favorevole di un gioco i fortuna.”
Persino il testo più largamente accreditato che tratta della sperimentazione animale afferma:”La fiducia acritica nei risultati dei test sugli animali può essere pericolosamente fuorviante, ed è costata la salute e la vita a decine di migliaia di essere umani.”
Il migliore esempio di quanto appena detto è il talidomide. Le madri che hanno assunto tale farmaco per alleviare le nausee mattutine hanno generato bambini con deformità sconvolgenti, molti dei quali, con arti non sviluppati. I test sugli animali non lo avevano previsto. Il primo caso registrato si verificò il giorno di Natale del 1956 tuttavia nel 1957 il farmaco venne ugualmente distribuito.
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“La storia della ricerca sul cancro è stata una storia di cura nel cancro dei topi; per decenni abbiamo curato il cancro dei topi e ciò non funzionava per gli esseri umani” – Dr. Richard Klausner- Direttore NCI 1998
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La sperimentazione animale rappresenta il modo più rapido di immettere un nuovo farmaco sul mercato.

Katrina Fox – http://www.nexusitalia.com]

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