Il ruolo degli animali nel pensiero induista
17 aprile 2002 Gli esseri viventi, in qualsiasi corpo materiale si trovino, sono tutti di origine spirituale. Cadono in questo mondo fenomenico a causa dei loro desideri perversi e, secondo la natura di questi desideri, assumono diversi tipi di corpi. I Veda dicono che ci sono 8.400.000 diverse classificazioni di “involucri” materiali, creati appositamente per soddisfare tutti i desideri materiali immaginabili. I corpi animali sono tra questi. All’interno c’è una scintilla di energia personale spirituale, che è l’individuo eterno. Dopo aver trascorso un certo periodo di tempo in quel corpo, quando questo per l’azione del Tempo (kala) diventa inutilizzabile, l’anima lo abbandona e ne assume un altro. Infatti l’anima spirituale è eterna, e la morte è un fenomeno che non lo riguarda. La morte è il momento in cui l’anima lascia un corpo per assumerne un altro.
Il “pensiero induista” sostiene l’esistenza dell’anima. Dunque gli animali hanno pari dignità rispetto alla vita di qualsiasi altra forma vivente. Gli animali sono sempre stati rispettati da tutte le scuole spiritualistiche indiane. L’uccisione di animali e il consumo di carne è una barbarie, inutile e anzi dannosa. Uccidere un uomo o uccidere un animale è lo stesso. Sempre di violenza inutile si tratta.
Gli animali sono esseri che hanno vita, che deve sempre essere rispettata. Questa è la visione filosofica delle scuole indiane.
[da Isvara.it]