Appello contro la fame: un'altra alimentazione è possibile
5 giugno 2002Al Direttore Generale della FAO, Dr. Jacques Diouf
Al Presidente della Commissione Europea, Dott.Romano Prodi
Al Presidente del Consiglio, On. Silvio BerlusconiI sottoscritti cittadini, associazioni, esponenti del mondo della cultura, della scienza, preoccupati ed indignati per l’incessante strage di milioni di esseri umani provocata ogni anno dalla fame, nonostante un’aumentata produzione alimentare e mentre una parte del mondo è sempre più colpita da malattie dovute ad eccesso di cibo,
VISTO CHE
1. ogni anno quasi 9.000.000 di persone sono vittime della fame e che la malnutrizione cronica accompagna la vita quotidiana di quasi un miliardo di persone;
2. mondialmente il cibo è prodotto in quantità sufficiente per sfamare tutti, ma non viene equamente distribuito e vi è un enorme spreco delle risorse alimentari esistenti;
3. le donne sono tra le maggiori vittime della fame e che il loro ruolo è fondamentale nelle scelte alimentari e nella conservazione della biodiversità vegetale ed animale;
4. ogni anno vengono destinati circa 145 milioni di tonnellate di cereali e soia per l’alimentazione degli animali allevati, con una perdita di oltre l’80% di potenzialità nutritiva;
5. lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, a cominciare dall’acqua, rappresenta una minaccia gravissima per il Pianeta e per la sua stessa sopravvivenza e l’allevamento intensivo è un’attività che richiede un maggior consumo d’acqua in confronto ad altre attività per le produzioni alimentari. Infatti per produrre la stessa quantità di cibo, l’allevamento intensivo consuma 70 volte più acqua della coltivazione (per produrre una tonnellata di carne bovina occorrono 31.500 metri cubi d’acqua, mentre per produrre una tonnellata di cereali ne occorrono 450);
6. un’uguale estensione di territorio produce oltre 10 volte più proteine se coltivata a cereali e leguminose per il consumo umano diretto anziché essere destinata a pascolo o a coltivazioni per la produzione di mangimi (un ettaro di terreno, se coltivato a soia, può dare in un anno 2500 kg di proteine alimentari vegetali, mentre, se utilizzato a pascolo, può dare solo 200 kg di proteine attraverso la carne bovina);
7. con la trasformazione di nuovi territori a pascolo e l’estendersi delle monocolture in molti Paesi del Sud del mondo si perde la ricchezza di biodiversità ivi contenuta e si espone il terreno ai rischi della desertificazione;
8. le popolazioni dei Paesi ricchi hanno problemi di salute generati da un’alimentazione squilibrata per eccesso di consumo di cibi di origine animale e sono sempre più gravi e frequenti le emergenze alimentari collegate alle produzioni animali;
9. il “sistema allevamento” è causa di sofferenza e morte per milioni di animali, esseri senzienti trattati come pura merce, costretti ad una vita innaturale e ad una morte crudele;
CONSIDERATO CHE
1. gli sforzi fatti finora per combattere la fame sono falliti e i traguardi fissati nella prima Conferenza Mondiale sull’alimentazione dopo trent’anni sono ancora più lontani;
2. alcune misure adottate hanno reso ancora più deboli ed instabili le economie dei Paesi destinatari degli aiuti, rendendoli dipendenti dalla fluttuazione dei mercati internazionali e dalle multinazionali per l’approvvigionamento di sementi, fertilizzanti e macchinari;
RITENUTO CHE
1. i consumi e le abitudini alimentari dei Paesi ricchi sono responsabili della distruzione di molti territori, dello spreco di preziose risorse, della sofferenza e morte di milioni di animali, della morte per fame e denutrizione di milioni di esseri umani;
2. la riduzione del consumo di carne da parte del mondo occidentale è una condizione indispensabile, anche se non sufficiente, per scongiurare la morte per fame milioni di persone;
3. la promozione e/o la conservazione di un’alimentazione su base vegetale presso i Paesi poveri può nutrire un maggior numero di persone.
CONDIVIDENDO LE FINALITA’, I CONTENUTI E LE RICHIESTE DELLA Global Hunger Alliance
CHIEDONO
alla Direzione della FAO, all’Unione Europea, al Governo Italiano il varo di un Progetto globale che agisca sui consumi alimentari dei Paesi ricchi e sulla loro politica agraria, e contemporaneamente riorienti la politica di aiuti ed i relativi progetti verso i Paesi poveri.
In particolare si chiede:
all’Unione Europea ed ai paesi economicamente sviluppati:
1. la promozione di azioni di informazione ed educazione alimentare orientate alla diminuzione del consumo di carne ed in genere di prodotti animali;
2. la promozione dell’alimentazione vegetariana e il riconoscimento del diritto all’opzione vegetariana nella ristorazione pubblica collettiva;
3. di riorientare, nel quadro della riforma della PAC la politica dei sussidi a sostegno della produzione, in modo da disincentivare l’allevamento intensivo in vista del suo graduale superamento;
4. di riconsiderare le scelte legislative in materia di Organismi Geneticamente Modificati secondo il principio di precauzione;
5. il perseguimento di una politica agricola che punti ad una diminuzione di capi allevati in modo da diminuire la necessità di importazione di alimenti per gli animali;
6. il varo di azioni di sostegno alla riconversione di attività zootecniche verso attività di coltivazione di proteine vegetali biologiche;
alla FAO e ai Paesi in via di sviluppo:
1. l’avvio di progetti che riducano la superficie territoriale destinata alla produzione per l’esportazione di cereali e soia nonché quella destinata al pascolo, operando per il mantenimento di modelli alimentari locali e della biodiversità della produzione vegetale e la valorizzazione del ruolo svolto dalle donne nelle scelte alimentari;
2. la promozione di progetti che siano diretti alla coltivazione di alimenti vegetali (cereali, legumi, semi oleosi, alghe, ecc.) ricchi di proteine e di nutrienti per il consumo umano locale;
3. la disincentivazione e denuncia di operazioni economiche che delocalizzano la zootecnia intensiva inquinante verso Paesi con una legislazione più permissiva in materia di diritti sociali, tutela ambientale e di benessere degli animali;
Si chiede inoltre la costituzione di una apposita Commissione, formata da esponenti delle ONG e delle associazioni che promuovono il presente appello, con il compito di elaborare proposte e piani concreti per raggiungere gli obiettivi sopra esposti.
[appello sottoscritto anche da Vegan Italia]