Parliamo di latte vaccino
18 giugno 2002Con questo primo articolo voglio iniziare una serie di interventi sul tema del latte.
Mi pare infatti ci sia realmente l’esigenza di un chiarimento più profondo.Il latte è naturale?
Credo non ci sia nulla di nuovo nell’affermare che ogni mammifero produce un tipo di latte adatto solo alla propria specie. E che tra il latte vaccino e quello umano c’è un vero e proprio abisso.
Non ne siete convinti? Comparando proteine e glucidi dei due alimenti vediamo che il latte umano ne contiene rispettivamente – in percentuale – 0,9 e 6,9, mentre quello vaccino 3,5 e 4,8. Il latte di vacca è quindi molto più proteico di quello umano. E le proteine del latte di mucca costituiscono per la loro quantità un’autentica overdose proteica per l’essere umano (Von Bunge, 1871), con il conseguente affaticamento di fegato e reni. Si può considerare naturale, una simile alimentazione?
Il latte come anabolizzante
In uno studio reso pubblico nel 1982, Jean Trèmolieres dimostrò che i reni di un bambino nutrito con latte vaccino sono un terzo più grossi degli stessi organi appartenenti ad un bambino nutrito con latte umano. In “Miti e realtà dell’alimentazione umana”, di Armando d’Elia, si riportano le affermazioni di alcuni studiosi secondo i quali “il latte vaccino, dovendo far crescere rapidamente un vitello, possiede una sorta di carica propulsiva anabolica adeguata a tale compito. Quando il latte vaccino viene usato dall’uomo questa carica agisce come un farmaco anabolizzante, cioè come uno stimolatore dell’accrescimento corporeo, stimolatore che disturba la velocità di crescita propria dell’essere umano”.
Una crescita troppo rapida
Tiziana Valpiana, nel suo “Alimentazione naturale del bambino”, dice: “Dati rilevati negli U.S.A. dimostrano che negli ultimi vent’anni l’età alla quale si conclude l’accrescimento fisico della razza umana è diminuita di circa 5 anni per cui oggi il giovane americano alla visita di leva, a 20 anni, dimostra di aver già concluso la crescita ossea (cosa che appena vent’anni fa si raggiungeva solo all’età di 25 anni) perchè alimentato fin dalla nascita con latte non umano e con cibi iperproteici. Ogni specie infatti deve alimentarsi con i cibi previsti dal suo ritmo di accrescimento: il latte umano è creato per un cucciolo la cui crescita è lenta e l’uso di latti diversi non può che portare a conseguenze ancora inimmaginabili”.
L’animale più lento (nel crescere)
L’uomo è il mammifero che impiega più tempo per raddoppiare dalla nascita il proprio peso (20 settimane), seguito dagli equini, dai bovini (7 settimane), dagli ovini, dai caprini, dai conigli (1 settimana). Ciò è proporzionale al contenuto proteico dei rispettivi latti: nel coniglio, ad esempio, il raddoppio è più rapido avendo, il suo latte, la più elevata carica proteica (10,4) e nell’uomo, il cui latte, ha il più basso contenuto proteico, si verifica invece la più bassa velocità di accrescimento.
I danni da eccessive proteine
Da un’alimentazione eccessivamente proteica derivano molte conseguenze negative. Anzitutto un superlavoro imposto a reni e fegato (come già detto) ma anche danni al sistema neuroendocrino e in particolare all’ipofisi, alla tiroide e al surrene. Un’acidità elevata del sangue (provocata daun’eccesso di proteine) è causa, inoltre, di calciuria, cioè di un’eccessiva eliminazione di calcio con le urine.
Conseguenza diretta molto probabile? Osteoporosi.
[Stefano Momentè]