Animalismo: combattere le cause
27 luglio 2002A poco serve lottare contro un male se non si cerca di neutralizzare le cause che lo generano. La battaglia animalista disperde le sue energie quando trascura il cardine del problema, cioè la visione antropocentrica del mondo propinata per millenni dalla cultura cattolica che ha inculcato nella gente l’idea che gli animali siano oggetti ad uso e consumo dell’uomo.
Purtroppo la religione ha un fortissimo potere persuasivo e trova terreno fertile in coloro che non vogliono rinunciare ad uno dei piaceri dominanti della vita, quello della bistecca. Infatti ogni giustificazione a danno degli animali, principalmente da parte dei cattolici, viene dalla Bibbia in cui Dio autorizza l’uomo ad uccidere e a sfruttare gli animali che Egli ha creato per le esigenze dell’uomo. Non mancano poi di citare il Vangelo in cui Gesù mangia il pesce, di menzionare la pesca miracolosa o il miracolo dei pani e dei pesci ecc.
A parte che ognuna di queste affermazioni sono ampiamente confutabili, come ho già fatto il molte circostanze, ciò che emerge è che è la Chiesa cattolica a seminare nella mente e nella coscienza della gente il diritto a mangiare la carne e ad utilizzare gli animali a vantaggio dell’uomo, a non tenere in alcuna considerazione la loro vita e la loro sofferenza.
Pertanto è necessario che la battaglia animalista concentri i suoi sforzi contro ciò che genera nella mentalità comune la legittimità ed il diritto a considerare gli animali al servizio dell’uomo e come cose da mangiare.
Se impegniamo il nostro tempo a curare una ferita che ci ha procurato un vetro rotto senza preoccuparci di eliminare la causa, cioè il vetro, diventiamo noi stessi parte del gioco della causa e le nostre energie si esauriscono non nella battaglia contro la causa scatenante ma contro gli effetti che produce.
Occorre quindi, parallelamente alle nostre attività pratiche, di sensibilizzazione e aiuto diretto ai nostri fratellini animali attaccare, attaccare e poi attaccare ancora l’antropocentrismo cattolico come la principale causa della violenza dell’uomo sugli animali e sulla natura e come la maggiore responsabile della insensibilità della coscienza umana verso la sofferenza in senso: posizioni ormai condannate oltre che dalla civiltà, dal senso di giustizia e dal sentimento dell’amore universale anche dalle stesse leggi civili.
Occorre costringere la Chiesa a retrocedere dal suo nefasto antropocentrismo che oltre ad essere la sventura della creazione è ciò che preclude lo sviluppo della vera civiltà umana e ciò che inclina l’uomo alla violenza anche nei confronti del suo simile.
[Franco Libero Manco]