La peste dei polli colpisce due allevamenti
6 novembre 2002Dopo aver fatto la sua prima riapparizione la scorsa settimana a Mezzane di Sotto, ora l’influenza aviaria è sbarcata anche a Villafranca e Nogarole Rocca. Ieri è infatti arrivata la temuta notizia che i focolai si sono moltiplicati. I casi sospetti di contagio presenti in due distinti allevamenti di tacchini da carne del villafranchese sono effetivamente dovuti alla presenza del virus H7N3. A darne la notizia è stato ieri mattina Giovanni Vincenzi, il dirigente del Servizio regionale sanità animale, igiene allevamenti e produzioni zootecniche. «L’esito delle analisi ha confermato che negli allevamenti di Villafranca e Nogarole Rocca in cui sono stati fatti i controlli è attivo il virus dell’influenza aviaria. Un virus che, come quello scoperto a Mezzane, è a bassa patogenicità ma la cui presenza dovrà comunque farci decidere per l’abbattimento degli animali. Fortunatamente non sono molti, visto che una parte consistente era già stata portata a macellazione come forma di prevenzione al diffondersi del contagio».
D’altro canto, le prime misure di lotta al nuovo insorgere dell’influenza – in Veneto ci sono state negli ultimi tre anni e mezzo tre epidemie – erano state disposte dallo stesso Vincenzi già la scorsa settimana.
Con un decreto era stata infatti per prima cosa individuata una zona di restrizione delle movimentazioni dei volatili di qualsiasi specie riguardante il comune di Mezzane, la frazione Marcellise di San Martino Buon Albergo ed il territorio del comune di Verona più vicino a Montorio. In quest’area per 15 giorni sono fermi accasamenti e movimenti di pennuti o uova, tutti gli animali sono posti sotto sequestro negli allevamenti e verranno svolti controlli a tappeto per verificare se esistono casi di contagio. Divieti di movimento, tranne che per l’avvio ai macelli, ed esami in tutti gli allevamenti di pennuti, sono poi stati decisi per l’intera provincia veronese, nella quale è stata istituita una zona di attenzione che durerà per dieci giorni, mentre ispezioni preventive, ma solo per i trasporti dei tacchini, sono previste nelle province di Padova e Vicenza.
Con il riapparire dell’influenza, quindi, l’avicoltura veronese è tornata subito ad essere blindata. E non è certo improbabile che in seguito alla scoperta dei focolai di Villafranca e Nogarole Rocca vengano emanate nuove prescrizioni restrittive. «Sicuramente redigerò un nuovo decreto in cui saranno dettate quelle regole che sono necessarie per cercare di evitare che il contagio si diffonda. L’autunno è infatti una stagione in cui il virus gode di ottime condizioni per rafforzarsi e diffondersi e quindi è necessario fare tutto il possibile per fermarlo».
Se la Regione detta le regole anti-virus, anche gli allevatori non stanno fermi. Ieri l’Associazione veneta avicoltori, che comprende la maggioranza degli operatori del settore, ha infatti emesso una nota in cui raccomanda agli allevatori di fare attenzione alle squadre di carico che arrivano nelle loro aziende perché potrebbero essere causa involontaria di contagio; di tenere un registro dei movimenti del personale degli allevamenti, di ridurre al minimo gli interventi e di rispettare scrupolosamente le norme di biosicurezza. Quelle norme che, abbinate alla vaccinazione obbligatoria, avevano permesso proprio nel Veronese di fermare le precedenti epidemie.
[da L’Arena del 5 novembre 2002]