L'aglio puo' combattere il cancro alla prostata
18 novembre 2002L’aglio e la cipolla, secondo alcune ricerche, possono prevenire lo sviluppo del cancro alla prostata. E’ stato scoperto che individui che mangiano abbondantemente frutta e verdura hanno un rischio del 50% in meno di contrarre cancro alla prostata rispetto a coloro che hanno assunzioni minori di alimenti vegetali. I benefici possono essere dovuti all’allium, un composto a base di zolfo, che e’ responsabile del caratteristico odore. La dieta degli individui che hanno fatto parte dello studio e’ stata esaminata dai ricercatori del U.S. National Cancer Institute. Sono state analizzate le abitudini alimentari di 238 uomini con cancro alla prostata e 471 senza. E’ stato scoperto che gli individui che ingeriscono almeno 10 grammi al giorno di aglio, erba cipollina, cipolla o porro, sono piu’ difficilmente nel gruppo con cancro alla prostata. La ricerca, capeggiata dalla Dr.ssa Ann Hsing, mette in ulteriore evidenza che una buona dieta puo’ diminuire il rischio di cancro. I ricercatori hanno detto in un comunicato stampa:”Diversi studi, nei quali la dieta dei pazienti con cancro e’ paragonata a quella di individui sani, hanno collegato l’allium come sostanza preventiva contro il cancro allo stomaco, colon, esofago, seno e utero. Jamie Bearse del U.S. Prostate Cancer Coalition ha detto:”E’ positivo vedere che alcuni cibi dimostrino di essere preventivi per il cancro alla prostata. Forse questo incoraggera’ gli uomini a non andare piu’ al Mcdonald’s e pranzare invece, con una bella insalata con erba cipollina e cipolle”.
Il Dr. Chris Hiley del UK Prostate Cancer Charity ha detto che gli uomini non dovrebbero mangiare troppe cipolle sulla base di questa ricerca:”I ricercatori non stavano cercando di dimostrare che gli uomini dovrebbero mangiare piu’ cipolle. E’ stato scoperto che alcuni individui in Shangai che mangiano piu’ cipolle hanno meno incidenza di avere cancro alla prostata. Non possiamo giungere a conclusioni di causa ed effetto per via della maniera in cui lo studio e’ stato condotto. E’ uno studio interessante che crea nuovi interrogativi, piuttosto che dare delle risposte”. Questa ricerca e’ stata pubblicata sulla rivista Journal of the National Cancer Institute.
[Ripreso da BBC.news, traduzione di Samuele Bagnai]