Meno crudeltà nelle macellazioni rituali
3 febbraio 2003
Proposta di legge della Lega: gli animali vanno prima storditi. La comunità ebraica: «A rischio la libertà di culto».
Un colpo secco alla giugulare. Poi il sangue che esce. E la morte. Lenta. La macellazione secondo il rito islamico o ebraico è molto diffusa anche in Italia. Una pratica vietata in alcuni Paesi, come la Svizzera. E criticata dagli ambientalisti, che l’accusano di far soffrire inutilmente gli animali. Ma difesa da chi la utilizza: perché la carne sia considerata pura, il vitello o l’agnello deve morire dissanguato mentre il suo cuore continua a battere. Un problema antico. Che da domani sarà discusso anche dal Parlamento italiano: in commissione Agricoltura della Camera comincia l’esame di una proposta di legge della Lega secondo cui tutti gli animali devono essere storditi prima di essere uccisi. Il rischio è che il cuore si fermi prima che il dissanguamento sia completo. Rendendo la carne impura. Le comunità ebraiche e islamiche, per una volta unite, parlano di progetto «inutile e intollerante».
PROPOSTA – Il testo porta la firma di Giovanna Bianchi Clerici, deputato della Lega Nord. Stabilisce un obbligo generale: «Tutte le macellazioni sono precedute inderogabilmente da stordimento», in modo «da ridurne al minimo la sofferenza» dell’animale. E poi delega le Regioni a disciplinare nel dettaglio la materia. Pesanti le sanzioni per chi non rispetta le regole: fino a due anni di carcere che, per i recidivi, salgono a cinque. Scrive Bianchi Clerici nella relazione che accompagna la proposta: «Confidiamo che venga al più presto approvata per un senso di civiltà nei confronti degli animali ma anche nei confronti della maggioranza dei cittadini».
VERDI – Quella contro la macellazione non violenta è da anni una campagna degli ambientalisti. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi, aveva presentato nella passata legislatura un disegno di legge simile a quella della Lega. «E’ giusto porsi il problema – dice – perché un Paese civile non può tollerare le sofferenze degli animali. Ma il discorso cambia visto che la proposta arriva da chi ha dimostrato più volte di essere tutt’altro che animalista». E qui l’ex ministro fa un esempio: «La Lega ha promosso la nuova legge sulla caccia, quella che permette di uccidere passeri e fringuelli, cioè i piccoli uccelli migratori protetti in tutta Europa. Ed è anche il partito del sindaco di Treviso, quel Giancarlo Gentilini che vuol far prendere a fucilate i cigni perché sono troppi». Secondo Pecoraro Scanio, quindi, la proposta della Lega ha un altro obiettivo: «Intimorire la minoranza islamica per far piacere al proprio elettorato».
ISLAMICI – Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Dice Hamza Roberto Piccardo, segretario dell’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia: «Una volta colpito alla giugulare, l’animale perde subito i sensi. Non soffre, quindi. E comunque noi stessi siamo disponibili a provare nuove forme di macellazione». Da poche settimane, infatti, è stata avviata in alcuni macelli la sperimentazione di un nuovo sistema utilizzato in Danimarca. Una pistola che serve proprio a stordire l’animale prima di ucciderlo. «Credo non ci sarebbero problemi a impiegarla se sarà dimostrato che davvero il cuore non si ferma prima del dissanguamento. Ma il problema è un altro: la proposta della Lega è solo una scusa per mostrare il pugno duro nei nostri confronti. Per fortuna non siamo soli. Con noi c’è anche la comunità ebraica, che ha un peso politico ben maggiore del nostro».
EBREI – Anche dall’Unione delle comunità ebraiche italiane arriva un giudizio negativo. Dice Amos Luzzatto: «Ad essere in ballo è la libertà di religione, cioè un valore che o si accetta, con tutto quello che ne consegue, oppure no. Non ci sono vie di mezzo». E ancora: «Se si vuole davvero evitare che l’animale soffra, allora per essere coerenti c’è solo una cosa da fare: diventare vegetariani. Invece qui si dice che una bestia può essere uccisa, perfino scuoiata, a patto che il tutto sia cattolicamente corretto. Mi sono trovato spesso in disaccordo con i rappresentanti delle comunità musulmane in Italia. Ma questo volta non c’è dubbio, hanno ragione loro: è solo un modo per mostrare i muscoli contro le minoranze».
[da Il Corriere della Sera del 3 febbraio 2003]