Sull'animalismo
16 maggio 2003
Quale misteriosa intuizione del cosmo ci ha indotto, fin dagli albori della nostra gioventù, a interrogarci senza tregua sui cosiddetti principi fondamentali dell’alimentazione?Quali tendenze primordiali della nostra mente hanno posto noi stessi, animalisti coscienti della nostra missione, su questo cammino che percorriamo giornalmente? Quali avventure e disavventure ci attendono, ad ogni curva del nostro percorso, se rimaniamo fedeli alla nostra pratica di nutrizione alternativa, i cui pilastri di base escludono la mattanza e la tortura degli animali? Noi siamo sicuri di viaggiare con determinazione e durezza di spirito. Però, per quale arcano motivo, questi stessi principi, per noi così stimolanti e inconfutabili, non esercitano nessun influsso su milioni di uomini e donne soddisfatti di portare alla propria bocca giorno dopo giorno, come una bandiera di indifferenza universale, la carne di animali morti? C’è qualcosa che eccede nella fantasia e nell’orrore nel vedere una persona divorare i resti di un animale con piacere e indemoniata sete di sangue?
Cambiamo lo scenario che circonda questa persona; mutiamo la sua elegante cucina o la sua comoda sala da pranzo in una caverna fredda e oscura, immaginiamocela accovacciata invece che sdraiata davanti alla TV, e osserviamola mentre ingoia la carne morta di un suo simile: non è un perfetto selvaggio. L’apparenza tranquilla di questo essere pacifico non è più l’ultimo collegamento di un intenso circuito di cattura, tortura, mattanza e macellazione subito da una vittima innocente. E’ come se una pellicola iniziasse a mostrare il volto sorridente e bonario di qualcuno, senza indicare che il suo sorriso è dovuto alla sua efficienza di assassino che sta strangolando una ragazzina. Se il contorno del presunto pacifico del nostro esempio fosse collegato alle abitudini alimentari dei suoi proprietari, le pareti della sua casa butterebbero fuori sangue e i suoi pavimenti sarebebro ricoperti di pellicce.
Perchè tanta indolenza in contrasto con le mattanze agli animali che la nostra specie porta avanti dagli inizi della storia? Sarà forse dovuta al bombardamento propagandistico effettuato dalle imprese multinazionali del latte e della carne, le quali, ripetendo il loro messaggio fino a quando non si crea un effetto di saturazione dei consumatori, fanno leva sulla pigrizia e sull’ignoranza delle masse? O forse ci è mancata una formazione rispettosa della vita durante la gioventù, che non ci ha insegnato a trattare gli animali in un modo etico e affettuoso al contempo? E’ meraviglioso che molti che hanno abbracciato il principio secondo cui mangiare carne è eticamente repulsivo e allo stesso tempo crudele e spietato, hanno intrecciato un grado di interrelazione tale con gli animali che non è paragonabile a quello con la maggior parte delle persone. Perchè è chiaro che un animale non ci farà mai del male volontariamente e con malizia. Mai vedremo un animale torturare provando piacere, perchè l’unica specie che tortura, sia la sua stessa che le altre, è bene ricordarlo, è la nostra. Gli animali proteggono i loro figli come lo fanno gli esseri umani, e qualunque animale difenderà i propri figli con la stessa o maggiore ferocia che userebbe una madre umana. La capacità di sofferenza e la sensibilità sono uguali alle nostre, così come la protezione della propria specie, anche se gli animali non devono tenere conto della quantità abominevole di ingiustizie portate avanti, quotidianamente, verso la propria prole dagli esseri umani, come ad esempio l’aborto, la drogalizzazione pre-parto, l’intossicazione nicotinica del feto e tante altre manipolazioni che equivalgono, molte volte, a un innato istinto suicida. Pertanto, chi decide di uccidere o cucinare un animale, oppure rendersi complice di un macellaio assassino acquistando carne morta per divorarla con le mani sporche di sangue, è colpevole. Lo è ancora di più se non è disposto a considerare alternative alimentari come quelle composte da vegetali, cereali, legumi e frutta. Colpevole di cosa? Di causare una sofferenza non necessaria, stupida, crudele e ingiustificata.
E’ sottinteso che non si fa riferimento a quelle persone che, nell’Argentina attuale, non hanno mai un pasto sicuro; questi nostri fratelli non hanno computer nella loro casa di zinco, come invece succede a tutti noi della classe media che colleghiamo il nostro PC. Non mi venga detto, da chi sta leggendo, che mi preoccupo della sofferenza delle mucche mentre gli abitanti di quella casa di zinco non hanno di che nutrirsi, perchè francamente a voi interessa poco della sua sorte, così come di quella del pollo nel freezer ( parlo di freezer della cucina e non di quello del cervello che vi permette di congelare qualsiasi pessima immagine di voi stessi).
L’essere umano tende ad ingegnarsi per trovare argomenti giustificativi che gli permettano di mangiare carne senza provare il benchè minimo rimorso; qualunque scusa è a portata di mano se si devono assassinare degli animali e tenere la coscienza tranquilla.
Secondo la discussione sulla catena alimentare – che è quella più comune e più invocata dalle persone che hanno trasformato i loro stomaci in cimiteri ambulanti – mangiare carne non è un crimine, poichè è naturale tanto quanto osservare una tigre che uccide un airone, parlando di adempimento di ruoli naturali interni all’ecosistema e di soddisfazione dell’istinto di sopravvivenza. La piramide sociale attuale all’interno del regno animale non risente di danni a causa di tutto ciò, ma subisce una distorsione disastrosa quando un’intera industria di milioni di dollari fortificata attorno a depositi e macelli altera incessantemente i parametri della natura, cosa che comporta l’estinzione progressiva di tante specie e l’inquinamento crescente di tanti corsi d’acqua in cui vengono scaricate tonnellate di resti animali provenienti dalla macellazione. O ancora la deforestazione dei boschi e delle terre utilizzati per soddisfare la coltura intensiva del grano. Com’è possibile definire naturale la chiusura dei polli in gabbie artificiali dove vengono ingrassati mediante l’iniezione di ormoni e altre porcherie che li faranno crescere in breve tempo? Presto l’essere umano mangerà tanto avidamente ciò che al pollo è stato iniettato con estremi dolore e sofferenza, che l’animale trasmetterà alla sua anima. E’ possibile che la mattanza cui si puo’ assistere all’interno del regno animale sia paragonabile a quella effettuata dalla specie umana, salvo che quest’ultima viene realizzata in maniera sofisticata e perversa? E’ chiaro che la prima avviene per mancanza di cibo, perchè è stata organizzata per mangiare, e non solo gli animali di un’altra specie, poichè avviene in casi limite. Ma il punto è che, signori e signore, nessuno di noi si trova in casi estremi tali per giustificare le terribili pene che infliggiamo agli animali. Molti esseri umani che affermano di amare gli animali si mettono ad urlare se qualcuno mette sulla griglia i loro cani, i loro gatti o i loro criceti, ma sono anche gli stessi che mettono alla griglia carne di mucca, maiale, pollo o agnello, i quali sono animali tanto intelligenti e sensibili come gli altri.
Allora è bene porre loro una domanda che vada dritta ai loro cuori, che difficilmente sono disposti a esplorare, senza che facciano ricorso a qualche stupida scusa trovata tra le pagine della Bibbia o di qualche altro testo sulla catena alimentare. La domanda è questa: non è contradditorio avere cura, rispettare e amare alcuni animali mentre se ne assassinano e se ne uccidono altri? Abbiamo amato il nostro cane come il nostro migliore amico e poi siamo corsi ad uccidere altri animali. Con che facilità la debolezza umana trionfa sulla fievole volontà! Siamo marionette di carne, marionette che non riusciamo a vivere senza provocare sofferenza, senza ferire, uccidere e torturare, come se dentro di noi portassimo una vocazione sinistra che ci spinge a causare dolore senza riuscire a porvi rimedio. Siamo docili di fronte a noi vizi, indifferenti alla sofferenza altrui quando si tratta di soddisfare i nostri capricci.
Fino a quando?
[di Luciano Bonfico]
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