Gli animali hanno un'anima? (fine)
9 novembre 2001Ma l’errore, come l’assassinio, finisce sempre col “venire fuori”; una incongruenza deve
inevitabilmente verificarsi, ogni qualvolta sono avanzate conclusioni errate per
sostenere o combattere una questione giudicata avventatamente. Gli oppositori della
filosofia zoologia[13] orientale offrono così ai loro critici una terribile arma per
rovesciare le loro più abili argomentazioni facendo uso di siffatte incongruenze fra
premesse e conclusioni, fra fatti postulati a deduzioni ricavate.
II proposito del presente saggio è di proiettare un raggio di luce su questo soggetto, tra
i più seri e interessanti. Gli scrittori cattolici romani, allo scopo di confermare l’autenticità
delle molte risurrezioni miracolose di animali ad opera del loro santi, ne hanno fatto
l’argomento di dibattiti interminabili. “L’anima degli animali” è, secondo l’opinione di
Bossuet, ”la più difficile e la più importante di tutte le questioni filosofiche”.
Preso atto della dottrina della Chiesa, che gli animali, benché non privi di anima, non
hanno un’anima permanente o immortale in loro, e che il principio che li anima muore
con il corpo, sarebbe interessante sapere in che modo i dotti e i teologi conciliano tale
affermazione con la pretesa che questi animali possono essere frequentemente e
miracolosamente risuscitati.
Sebbene questo saggio sia solo un debole tentativo, uno più elaborato richiederebbe
volumi tuttavia aspira, mostrando le incongruenze della scolastica a della teologia sulle
interpretazioni della Bibbia, a convincere le persone che il carpire la vita animale,
specialmente nello sport e nella vivisezione, è un grande crimine. Lo scopo, in ogni
caso, è di mostrare che, per quanto assurda sia la nozione che l’uomo o la bestia
possano essere risuscitati dopo che il principio di vita ha abbandonato il corpo per
sempre, tali resurrezioni, se fossero vere, non sarebbero, nel caso della bestia muta,
maggiormente impossibili che nel caso dell’uomo, poiché o entrambi sono dotati di ciò
che così imprecisamente chiamiamo “anima, o né l’una né l’altro ne sono forniti
[Helena P. Blavatsky – da Esonet]