Gesù era vegetariano?

Categoria : Spiritualità e religioni

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Per molti vegetariani, il messaggio di Gesù implica la compassione verso tutte le creature. Come possiamo allora giustificare la tortura e il massacro di miliardi di animali ogni anno per ragioni alimentari? E soprattutto, come possiamo tollerare una crudeltà così ovvia in una religione il cui fondatore predicava la misericordia e la compassione? E invece, le Chiese moderne rifiutano il vegetarianesimo, che nella migliore delle ipotesi viene tollerato, e nella peggiore condannato come eresia.Ma Gesù era vegetariano o no?
Per molti vegetariani, il messaggio di Gesù implica la compassione verso tutte le creature. Come possiamo allora giustificare la tortura e il massacro di miliardi di animali ogni anno per ragioni alimentari? E soprattutto, come possiamo tollerare una crudeltà così ovvia in una religione il cui fondatore predicava la misericordia e la compassione? E invece, le Chiese moderne rifiutano il vegetarianesimo, che nella migliore delle ipotesi viene tollerato, e nella peggiore condannato come eresia.
Ma Gesù era vegetariano o no? Si tratta di una domanda troppo complessa, a cui non è possibile rispondere soltanto citando qualche versetto del Vangelo. E infatti, ho scritto un intero libro per farlo, intitolato “The Lost Religion of Jesus” (“La religione perduta di Gesù”; clicca sul link n° 1 per saperne di più). E’ difficile riassumere tutte le tesi del libro in un breve articolo, ma ci proverò.
Il Nuovo Testamento assume posizioni contraddittorie sulla questione, poiché sembra talvolta condannare e talaltra sostenere il vegetarianesimo. Per esempio quando Gesù moltiplica pani e pesci per nutrire una folla di 5.000 persone (Matteo 14:13-21), sembra approvare il fatto di nutrirsi di pesce. Ma lo stesso Gesù parla anche di compassione verso gli animali (Matteo 12:10-12, Luca 12:6-7, 13:15-16) e sembra così far riferimento al vegetarianesimo. Tuttavia la Bibbia appare spesso contraddittoria, e con le citazioni adatte è possibile sostenere un punto di vista ma anche quello opposto. Il che ci lascia con la domanda: dove sta la verità?
I PRIMI CRISTIANI ERANO VEGETARIANI
C’erano molti vegetariani nel primo periodo del Cristianesimo, sia tra i capi del movimento sia tra i suoi membri più comuni. Sant’Agostino, il quale non era vegetariano e si opponeva veementemente all’idea che i cristiani dovessero per forza essere vegetariani, afferma tuttavia, nella sua opera “Sulla Morale della Chiesa Cattolica”, che “innumerevoli sono i cristiani che si astengono sia dalla carne sia dal vino”.
I suo “eretici” avversari, i manichei, erano completamente vegetariani. Ma i vegetariani cristiani ai quali si riferiva Agostino sono chiaramente ortodossi, il che indica una diffusa accettazione del vegetarianesimo tanto tra gli eretici quanto tra gli ortodossi.
Molti padri della Chiesa erano vegetariani. Nella sua “Storia Ecclesiastica”, Eusebio sostiene che Giacomo, il fratello di Gesù, era vegetariano, ed era evidentemente stato educato come tale. Perché mai i genitori di Gesù avrebbero dovuto educare Giacomo ad essere vegetariano se non erano vegetariani loro stessi? E perché avrebbero dovuto educare diversamente Gesù? Eusebio dice anche che tutti gli apostoli si astenevano dalla carne e dal vino.
Tra gli altri nomi noti di primi cristiani che erano anche vegetariani, in base ad affermazioni fatte da loro stessi o su di loro, ci sono quelli di Origene, Clemente di Alessandria, Basilio il Grande, Giovanni Crisostomo, Arnobio, Tertulliano e Gerolamo.
LA CONTROVERSIA SUL VEGETARIANESIMO
Le lettere di San Paolo offrono chiare prove di una controversia sul vegetarianesimo. Paolo crede che non sia necessario essere vegetariani per essere cristiani.
“Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi.” (Lettera ai Romani, 14:1-2). Paolo consiglia pazienza tra carnivori e vegetariani. Ma per lui non c’è nulla di male nel mangiare carne in sé: “Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza.” (Prima lettera ai Corinzi, 10:25).
Paolo vinse la battaglia tra i primi cristiani. Anche se molti cristiani erano vegetariani, la maggior parte delle Chiese insegnava che non era necessario essere vegetariani. Tuttavia, alcuni tra i primi cristiani, come i cristiani ebrei, respinsero le asserzioni di Paolo; erano vegetariani e pensavano che tutti i Cristiani dovessero esserlo. Erano proprio questi Cristiani ebrei a trovarsi in conflitto con Paolo sulla questione vegetariana.
CHI ERANO GLI EBREI CRISTIANI
Per gli ebrei cristiani, Gesù non era venuto a fondare una nuova religione; il suo messaggio riguardava la vita semplice e la non violenza. Gesù non andò contro la legge ebraica, ma piuttosto predicò un ritorno ad essa, secondo il suo punto di vista. Per lui, la legge ebraica prescriveva la vita semplice e la non violenza.
Per gli ebrei cristiani, dunque, Gesù era un profeta fedele alla legge. Ma dopo aver esaminato la legge ebraica, Gesù raggiunse conclusioni radicali. Pertanto, gli ebrei cristiani credevano nella vita semplice, nel pacifismo e nel vegetarianesimo.
Noi abbiamo informazioni sugli ebrei cristiani – e in particolare degli ebioniti, il loro raggruppamento più importante – in base ad antichi documenti ecclesiastici. I più utili tra questi sono le “Omelie di Clementino”, le “Identificazioni di Clemente” (due scritti importanti nella tradizione giudaico-cristiana) e il “Panarion” di Epifanio. Quest’ultima opera è, in realtà, un attacco contro gli ebrei cristiani, che però ci permette di capire quali fossero le loro credenze.
Gli ebrei cristiani si autodefinivano “i poveri”. Infatti, il termine “ebioniti” deriva proprio da una parola ebraica che significa “i poveri”. Essi facevano risalire la loro povertà alla primitiva comunità cristiana descritta negli Atti degli Apostoli (4:32-35), che si basava sulla condivisione di tutti i beni. E sebbene, dunque, nessuno avesse alcuna proprietà privata, “non c’era tra loro un solo bisognoso”, perché la comunità si prendeva cura di ognuno. Così come dice Gesù nel Sermone della Montagna, “non potete servire a Dio e a Mammona” (Matteo 6:24).
Gli ebrei cristiani erano anche pacifisti. Le “Identificazioni” si oppongono, in diversi punti, alla guerra e all’uccisione (1.70-71, 2.36, 3.42), facendo eco alle affermazioni di altri protocristiani, sia ebrei sia gentili, che erano contrari alla guerra, ma anche a quanto afferma Gesù nel Sermone della Montagna: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.” (Matteo, 5:9), “Non resistete al male” (Matteo, 5:39) e “Amate i vostri nemici” (Matteo 5:44).
Gli ebrei cristiani erano vegetariani. Erano contrari al mangiar carne e al sacrificio degli animali nel tempio. Sia nelle “Omelie” sia nelle “Identificazioni” ci sono frequenti passaggi contro il sacrificio degli animali. Nelle “Omelie” si afferma che Dio non voleva affatto che gli animali venissero uccisi (3.45), e vengono condannati coloro che mangiano o anche soltanto assaggiano la carne (7.4, 7.8). Questo esprimersi contro i sacrifici di animali e a sostegno del vegetarianesimo è una delle caratteristiche principali della Cristianità giudaica, menzionata anche da Epifanio nelle “Omelie” e nelle “Identificazioni”.
Perché era così importante per gli ebrei cristiani il fatto di non sacrificare animali? Dobbiamo ricordare che, nei tempi antichi, il tempio di Gerusalemme non era come una moderna sinagoga o chiesa. Era un luogo dove gli ebrei portavano animali da sacrificare, che quindi somigliava di più a una bottega da macellaio o ad un mattatoio che ad un moderno luogo di culto. I preti del tempio avevano l’opportunità di tenersi gran parte della carne derivante dai sacrifici di animali, e perciò beneficiavano economicamente da tale pratica.
Per gli ebioniti, questa era una forma di autorizzazione e di incoraggiamento ad uccidere animali, che non poteva trovare posto nella loro religione. Gesù dice (Matteo 9:13 e 12:7), “Misericordia io voglio e non sacrificio”, un’affermazione citata anche nelle “Omelie” e nelle “Identificazioni”. Secondo il vangelo degli Ebioniti, poi, Gesù afferma: “Sono venuto ad abolire i sacrifici, e se non smetterete di sacrificare, la mia ira vi perseguiterà”. (“Panarion” 30.16.5)
Uno dei problemi che gli ebrei cristiani avevano, poiché erano pur sempre giudei e quindi fedeli alla Legge, era quello di spiegare i passaggi del Vecchio Testamento che sembravano giustificare la guerra e i sacrifici di animali. Per farlo, essi sostenevano che questi comandamenti non facevano realmente parte della legge data a Mosé, ma erano stati aggiunti da scribi posteriori a Mosé.
Vediamo dunque che la Cristianità giudea implicava il vegetarianesimo, ma anche molto di più. Era un punto di vista davvero radicale, che alla fine divenne eretico sia per il giudaismo ortodosso sia per la cristianità ortodossa.
I MERCANTI DEL TEMPIO
I cristiani ebrei sono gli unici tra i primi seguaci del Cristianesimo a dare grande importanza al rifiuto del sacrificio degli animali. Eppure, il Gesù storico era chiaramente contrario ai sacrifici degli animali, come dimostra uno degli eventi chiave della sua vita, verificatosi nell’ultima settimana prima della crocifissione.
Secondo tutti i Vangeli, Gesù entrò nel tempio e mandò all’aria il mercato dei sacrifici animali:
“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: ‘La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri'”. (Matteo 21:12-13; con paralleli in Marco 11:15-17, Luca 19:45-46 e Giovanni 2:13-17).
Chi erano quelli che compravano e vendevano all’interno del tempio, e perché vendevano colombe? Gli animali venduti erano animali sacrificali, ed era proprio con questi commercianti di animali che Gesù era arrabbiato. Il primo effetto pratico di questo scontro fu quello di smantellare il mercato dei sacrifici animali, facendo fuggire via gli animali dalle gabbie e cacciando quelli che li vendevano. In questo senso, la purificazione del tempio fu un atto di liberazione degli animali.
Gesù definisce il tempio una “tana di ladri”, con un’allusione a Geremia 7:11; ma nel libro di Geremia questo passaggio fa seguito alla descrizione dell’omicidio, dell’adulterio e dell’idolatria più sfacciata (Geremia 7:9), e si conclude negando che Dio abbia mai richiesto sacrifici (7:22).
Se dunque il culto del sacrificio degli animali era una frode, come credevano gli Ebioniti, allora l’estorsione di animali alla popolazione con pretese religiose era un furto vero e proprio, molto più grave del “furto” figurato che consiste nel vendere a prezzi troppo alti.
Il risultato finale fu che i Romani crocifissero Gesù. Ponzio Pilato, il governatore romano, non avrebbe crocifisso qualcuno a causa di una semplice disputa teologica giudaica. Ma se qualcuno provocava tumulti o disturbi all’interno del tempio, questo richiedeva l’intervento dei Romani.
E’ dunque assai più plausibile che Gesù si fosse opposto alla pratica stessa del sacrificio degli animali, e che questo disturbo del commercio di animali durante la settimana della Pasqua ebraica sia stato la causa immediata e più importante della sua morte. Fu infatti questo atto, e la sua interpretazione come minaccia all’ordine pubblicò, che condusse immediatamente alla crocifissione di Gesù.
COME I CRISTIANI EBREI INTERPRETAVANO L’INSEGNAMENTO DI GESU’
Perché dovremmo credere che i cristiani ebrei comprendessero Gesù meglio degli altri? Ci sono diverse ragioni. La prima e più importante è che Gesù era ebreo. Nei Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), Gesù non dice mai di voler fondare una nuova religione. Quando gli viene chiesto cosa si deve fare per ottenere la salvezza, risponde: “Egli rispose: ‘Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti’.” (Matteo 19:17). I comandamenti che Gesù cita sono i principali: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso (Matteo 22:37-40).
E’ proprio in questo modo che la cristianità ebraica considerava Gesù: come qualcuno che predicava un’etica di compassione e di condivisione sulla base della legge ebraica. E chi potrebbe comprendere Gesù meglio di coloro che, come lui, si consideravano giudei?
In secondo luogo, Gesù e la Chiesa primitiva erano in conflitto con i sacerdoti del tempio. Storicamente, la cosa che si sa con più certezza di Gesù è che fu crocifisso, ed egli fu indubbiamente ucciso dopo aver attaccato il commercio di animali sacrificali nel tempio. Gesù voleva distruggere il tempio, e i sacerdoti del tempio volevano distruggere Gesù e il movimento da lui guidato. Persino dopo la morte di Gesù, i sacerdoti continuarono a tacitare o ad uccidere i suoi apostoli (Atti 4-7). Perché mai, dunque, Gesù avrebbe rischiato la propria vita per qualcosa che non era essenziale nel suo insegnamento
I cristiani ebrei sono praticamente gli unici tra i primi cristiani che compresero perché Gesù fosse morto. La Cristianità ebraica afferma che l’attacco di Gesù al tempio faceva parte di un suo piano deliberato. Gesù era venuto per distruggere i sacrifici nel tempio (Identificazioni 1.54), e questo spiega perfettamente sia i suoi motivi sia i motivi di coloro che cercarono di eliminare lui e il suo movimento.
PERCHE’ LA CHIESA OGGI NON E’ VEGETARIANA?
Il vegetarianismo venne abbandonato a causa della popolarità delle lettere di Paolo tra i primi Cristiani. I primi capi della Chiesa (Giacomo, Pietro e Giovanni) erano ebrei, ma presto la disputa con Paolo creò delle divisioni (Galati 1-2 e Romani 14).
Nel secondo secolo dopo Cristo, gli insegnamenti di Paolo divennero sempre più popolari tra i cristiani. I cristiani ebrei detestavano Paolo, considerandolo un apostata. Ma prima della fine del secondo secolo d.C. i cristiani ebrei erano già una minoranza, e alla fine le lettere di Paolo vennero accettate come parte del Nuovo Testamento, mascherando il fatto che nella sua epoca Paolo era una figura assai controversa.
Poiché dunque Paolo disse che il vegetarianesimo era facoltativo, la Chiesa si allineò sulla sua posizione in materia. In seguito, altri “traduttori-correttori” del Nuovo Testamento distorsero ulteriormente il punto di vista di Gesù sulla questione degli animali.
Gesù credeva nella vita semplice e nella non violenza, e sentiva che ciò faceva parte della legge divina. Gesù era senza dubbio vegetariano, poiché il vegetarianismo era parte integrante dell’originario Cristianesimo Ebraico. Gesù fu portatore non di una nuova teologia, bensì di una comprensione radicale della legge ebraica. Per lui, tale legge imponeva la non violenza: non dobbiamo spargere sangue, né di uomini in guerra né di animali per il nutrimento o per i sacrifici.
Gesù, insomma, rischiò e diede la sua vita per eliminare i crudeli e sanguinosi sacrifici di animali nel tempio. Ma purtroppo la religione di Gesù si è persa nel moderno Cristianesimo.
[da www.auraweb.it – Keith Akers – traduzione: Copyright © 2001 Giampiero Cara]

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