''La carne? Preferisco di no''
28 settembre 2005Sono raddoppiati in due anni, arrivando a 600.000 nel 2004. La metà di loro ha meno di quarant’anni, il 20% ne ha meno di 30, e sui siti e nei forum aumentano giorno dopo giorno le domande degli adolescenti: “I miei genitori sono contrari, che cosa devo fare per convincerli?”.Mangiare, e vivere, vegan, escludendo cioè non soltanto la carne ma anche le uova, il latte e il formaggio, è una scelta che piace sempre di più ai ragazzi italiani.
Una moda? Forse una tendenza, che porta con sé l’onda lunga mediatica di fenomeni come mucca pazza o l’influenza aviaria, paure, atteggiamenti di rottura, ma anche e forse soprattutto il desiderio di partire dalla vita di tutti i giorni per sperimentare regole etiche nuove nel rapporto con la natura e gli altri esseri viventi.
Racconta Giuly, 16 anni, sulla chat di un sito vegano: “E’ successo all’improvviso. Un giorno ho visto nel frigo di casa il pollo intero, prima che mia madre lo cucinasse, e anziché sembrarmi il solito pezzo di carne mi è apparso per quello che era, un cadavere. Il cadavere di qualcosa, di qualcuno che prima era stato vivo e poi era stato ucciso per finire nel mio piatto. Quando ho detto a tavola che non ne volevo i miei non ci hanno fatto caso, ma dopo qualche giorno sono cominciate le domande. Mi hanno perfino portato dal medico per paura che diventassi anoressica! Adesso, dopo un anno di tira e molla, mia madre compra tofu e seitan e spesso li mangia anche lei. Ho comprato degli integratori e continuo a fare sport, qualche volta bevo latte di mucca, ma credo che smetterò anche quello…”.
Come ogni tendenza alimentare, anche quella vegetariana (escludere la carne mantenendo però latticini e uova nella propria dieta, come fa ormai il 9,5% degli italiani, con punte del 18% nella fascia 25-35 anni) e vegana ha portato con sé discussioni tra esperti e ricerche scientifiche. L’ultima, condotta all’Università di Tours, in Francia, dal medico Fernand Larnisse, ha rassicurato i genitori in crisi: un’adolescenza senza carne non compromette la crescita. Per chi accetta latte e uova, l’unica carenza possibile (soprattutto per le femmine che praticano regolarmente sport) è quella di ferro e zinco.
Più difficili le conclusioni per i vegani, perché non esistono ancora in Europa ricerche sufficientemente approfondite su questa nuova popolazione, che basa la sua dieta soprattutto sulla soia e sui suoi derivati. Dieta che, per inciso, impone costi spesso insostenibili senza l’accordo dei genitori: il semplice latte di soia, ad esempio, costa da 2,5 a 4 volte più di quello vaccino. “E’ lecito attendersi – ha detto il dietologo Oliviero Sculati, dell’Unità di nutrizione dell’Asl di Brescia commentando la nuova ricerca francese – che gli adolescenti che escludono anche le uova e i latticini possano andare incontro a carenze di grassi, vitamine del gruppo B e calcio. In compenso, i giovanissimi che non mangiano carne sembrano avere una crescita normale e un livello di zuccheri nel sangue più basso”.
La carne rossa sta progressivamente sparendo dalle mense scolastiche (per i bambini è prevista una volta alla settimana, quasi sempre con un’alternativa ‘vegetariana’ utile anche a chi per motivi religiosi non mangia carne non dissanguata), sostituita da quelle bianche, dal pesce e dai cereali. Ma il successo vegano – che proprio in questi giorni verrà celebrato con appuntamenti importanti, come la presenza in Italia fino al 2 ottobre del ‘guru’ americano Tom Regan, autore di ‘Gabbie vuote’ e leader animalista, e con il congresso vegetariano europeo (dall’1 al 7 ottobre a Riccione) – va molto al di là del pranzo e della cena.
Aequa, primo marchio italiano di scarpe confezionate senza utilizzare materiali di origine animale – ha appena fatto il suo ingresso sul mercato con una massiccia campagna pubblicitaria e lo slogan ‘fashion no victims’, moda senza vittime. Il target è chiaro: giovani eticamente sensibili già in grado di decidere i propri acquisti. Il 2 ottobre, data del compleanno di Gandhi, si celebra la giornata della non violenza verso gli animali, il 1° novembre il World Vegan Day. E la militanza animalista è oggi praticata soprattutto da studenti, che al di là dei gesti clamorosi si scambiano soprattutto on line notizie e consigli su come alimentare senza derivati animali perfino il cucciolo di casa.
Così, essere ‘veggie’ è diventato un nuovo codice di comportamento, fatto di abiti in fibre naturali, adesivi e pins contro la vivisezione, cosmetici ‘verdi’ non testati su animali e pensati per i giovanissimi. In molti casi, un vero e proprio linguaggio riservato a chi ha meno di 25, 28 anni. Come ha scritto Charlie a Giuly, “tieni duro e non sentirti sola. Loro (gli adulti, ndr) non possono capire, ma noi sappiamo che smettendo di mangiare cadaveri vivremo meglio e daremo il nostro piccolo contributo a un pianeta migliore”.
[da repubblica.it del 23 settembre 2005 – di VERA SCHIAVAZZI]