Quali animali hanno diritto al rispetto?
24 luglio 2006
Anche gli animalisti più impegnati a volte di fronte agli attacchi insidiosi di mosche o zanzare non sanno resistere alla tentazione di sopprimerle giustificandosi con la difesa della propria incolumità. C’è chi ha terrore dei ragni, chi dei topi, chi delle salamandre, chi dei serpenti: alcuni hanno terrore anche dei cani e perfino dei gatti. Così succede che di fronte alla problematica degli animali insidiosi alcuni animalisti cadano in contraddizione. Infatti se la loro posizione fosse giusta dovrebbe essere estesa ai cinghiali che invadono i campi dei contadini, agli uccelli che si nutrono di quel che trovano nelle campagne, dovrebbe essere esteso agli orsi e così via: chi per un modo chi per un altro troverebbe la giusta motivazione per improvvisarsi giustiziere dal momento che ognuno di noi ha paura di qualche animale.
Nessun animalista si sentirebbe giustificato ad ammazzare un rospo o un pipistrello se dovessero entrare per errore in casa loro: giustamente lo considererebbero un fatto inconciliabile con l’etica animalista, mentre difficilmente si sentirebbero in dovere di rispettare la vita di un moscone, di una vespa o di uno scarabeo.
Si reagisce con clamori di piazza quando viene uccisa una balena mentre si subisce passivamente alla strage quotidiana dei tonni, sardine, seppie, salmoni ecc. eppure la vita di una balena vale quanto quella di un qualunque altro animale, anche se di più piccole dimensioni.
Non è la dimensione fisica dell’animale, né la loro bellezza a sancire il loro diritto al rispetto, altrimenti l’elefante avrebbe più diritto di un cervo. Ne il valore intrinseco di un animale dipende dal numero dei componenti della sua specie, altrimenti anche il valore della vita umana sarebbe inversamente proporzionale all’aumentare del genere umano. Ma allora dovremmo rispettare anche i batteri? Non esageriamo. La nostra morale ci impone di fare meno male possibile: abbiamo il dovere di evitare di uccidere, ma non abbiamo colpa di ciò che non possiamo evitare.
Nessuno ha il merito o il demerito di essere nato uomo, topo o uccello. Se per caso noi fossimo nati zanzara vorremmo essere schiacciati contro una parete? Non ci vuole molto ad essere coerenti: basta prendere le precauzioni necessarie per evitare di dover prendere iniziative deprecabili. Se in casa troviamo delle formiche o degli scarafaggi forse è sufficiente prenderli con una paletta è portarli in un terreno vicino. Se le zanzare non ci fanno dormire bisogna fare in modo che non entrino in casa senza dover ricorrere a rimedi estremi.
Ogni animale merita rispetto e protezione perchè parte della famiglia dei viventi, non perché bello, intelligente o utile alla specie umana. Se giustificassimo l’uccisone degli animali perché dannosi, fastidiosi, o perché incutono timore ben pochi si salverebbero e tutto sarebbe giustificabile. Se lo stesso concetto dovesse essere esteso agli esseri umani, secondo la legge del più forte, dovremmo accettare di buon grado l’idea che un ladro, o chiunque più forte di noi, ci rapini, ci violenti, ci uccida. In questi caso la terra sarebbe un inferno.
Nel pianeta terra c’è posto per tutti. Ogni cosa vive per un preciso scopo, che ci piaccia o no e tutte le cose sono interconnesse: la vita stessa è possibile solo perché esistono anche le vespe, i topi e le zanzare. E quando un animale entra erroneamente nella nostra sfera d’azione forse non è l’animale ad aver invaso il nostro spazio vitale: può darsi che siamo nel posto sbagliato. Gli animali vivevano sulla terra prima della comparsa dell’uomo. Per l’animale non esiste la proprietà privata, barriere geografiche, campi recintati, e se la zanzara ci punge seguendo il suo istinto non per questo deve essere uccisa. La zanzara non sa che non deve pungerci: non ha alternative, noi si: possiamo proteggerci.
[franco libero manco]