Dieta vegetariana e salute
8 agosto 2006Altro mio vecchio articolo, ritrovato in rete: un’introduzione al vegetarismo dal punto di vista della salute.Parlare di una dieta vegetariana, o ancora meglio vegana, dal punto di vista della salute, oggi, è estremamente facile. La totalità della scienza medica concorda che una dieta ricca di frutta e verdura è fondamentale nella prevenzione di moltissime malattie. E l’ADA (American Dietetic Association) afferma che le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie.
Ma questa è solo una conferma. Già nel 1961 il Journal of the American Medical Association scrisse, ad esempio, che il 97 % delle patologie cardiache, causa di oltre la metà dei decessi negli Stati Uniti, si poteva prevenire con una dieta vegetariana.
Una minore incidenza si ottiene nei vegetariani anche nel caso di malattie come l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito non insulino dipendente: meno 65 % negli uomini, meno 80 % nelle donne. Risultati importanti nella prevenzione si ottengono inoltre per alcuni tumori: colon, prostata, stomaco, mammella, polmoni. Ricordiamo che frutta e verdura sono ricchi di fibre, mentre gli alimenti di origine animale ne sono privi. Per loro natura, le fibre non possono essere digerite nei primi stadi del processo digestivo degli esseri umani e contribuiscono a far transitare il cibo più velocemente lungo il canale intestinale, aiutando così anche l’eliminazione di sostanze cancerogene e a ridurne il tempo di contatto con le pareti intestinali. Alcune ricerche hanno evidenziato come nelle popolazioni africane il periodo di permanenza del cibo nell’intestino sia al massimo di 30-35 ore, mentre negli Stati Uniti e negli altri paesi occidentali raddoppi, arrivando addirittura fino a 5 giorni. Le fibre risultano protettive sicuramente nei confronti del cancro al colon, ma alcuni studi hanno rivelato come pure il cancro alla mammella e quello allo stomaco siano meno frequenti in presenza di diete ricche di fibre. I medici consigliano di assumere quantità di fibre molto elevate anche allo scopo di controllare il diabete in individui che presentano questa patologia.
Secondo l’ADA, oltre alle fibre, è grazie al minor contenuto di grassi saturi, di colesterolo e di proteine animali e spesso alla maggior concentrazione di folati, di antiossidanti come le vitamine C ed E, di carotenoidi e sostanze fitochimiche, che le diete vegetariane risultano essere protettive per la salute. Ancora di più se non si consumano latticini. Nel caso di tumore alla prostata, ad esempio, che nei Paesi ricchi costituisce la seconda causa di morte (per neoplasia) nel maschio adulto, l’aumento di rischio nei forti consumatori di prodotti caseari è addirittura del 50 %. Responsabile di questo aumento sarebbe la frazione non grassa del latte, a causa del contenuto di calcio.
Recenti sudi effettuati sugli Avventisti del Settimo Giorno, vegetariani per motivi religiosi, hanno evidenziato, inoltre, una diminuzione del rischio di cancro alla mammella fino al 20 %. Ciò si ritiene dovuto anche al fatto che le donne vegetariane assumono con la dieta maggiori quantità di fitoestrogeni, cioè di sostanze simili agli ormoni, che svolgono un ruolo protettivo nei confronti del cancro mammario.
Possiamo chiudere questa breve introduzione evidenziando come: 1) i vegetariani abbiano migliori abitudini di vita indipendentemente da quelle dietetiche, 2) assumano minori quantità di alimenti nocivi per la salute, a cominciare dalla carne; 3) assumano generalmente minori quantità di alimenti non carnei, con benefici effetti sullo stato di salute.
[23 maggio 2002 – stefano momentè]