Animali e religioni a confronto
24 novembre 2006«Animali e religioni. Etica simboli e tradizioni» è il tema del convegno che ha preso il via oggi a Sanzeno, in provincia di Trento, e che analizza il rapporto uomo/animale alla luce di differenti visioni religiose ed etiche.
Attualmente in Italia dobbiamo porci in relazione con nuove realtà. La presenza di cittadini di religioni e culture diverse dalla nostra dà origine a problematiche che, oltre alle relazioni fra gli uomini, coinvolgono quelle interspecifiche. Biologi, naturalisti, filosofi della scienza, giuristi, si occupano da tempo del rapporto fra animali umani e animali non umani, mentre le persone che provengono da altri paesi si propongono con proprie tradizioni e valori che a volte sono lontani dai nostri.
Questo convegno permette di confrontare fra loro differenti concezioni, in una panoramica che spazia fra lettura religiosa e laica della dualità animale umano/animale non umano. L’attenzione all’alterità animale attribuisce ad ognuno nuove responsabilità e nuove occasioni di confronto.
Partecipanti privilegiati sono i medici veterinari che ogni giorno sono a contatto con sensibilità non sempre facilmente conciliabili. Potranno assistere ad un confronto sul terreno della Bioetica, chiave di lettura attraverso cui filtrare diversificate tradizioni e conoscenze. La multietnicità rappresenta una sfida in particolare per questi professionisti che devono prepararsi a integrare la competenza tecnico-scientifica con la consapevolezza di sensibilità diverse.
Alla professoressa Vilma Baricalla, presidente del Centro Studi di Filosofia e Bioetica Ambientale, storica della filosofia e studiosa di filosofia ambientale, il quotidiano Il Trentino ha chiesto di anticipare alcune problematiche del convegno.
[b]Come vede il rapporto uomo/animale e il nostro diritto ad usarne?[/b]
Credo che gli animali vadano assolutamente rispettati, sono contraria a qualsiasi forma di sfruttamento e a qualunque azione che provochi a loro morte e sofferenza (sia fisica che psichica). Sono fedele a questo principio da molti anni e sono vegetariana. Sul piano filosofico, sono favorevole a una visione biocentrica, come quella che proponeva Leibniz: ogni essere vivente è un “centro”, ha una propria interiorità (per noi impenetrabile). Ogni singolo vivente è una individualità, ha un suo proprio valore, è unico e irripetibile. Come guida comportamentale, considero il pensiero di Schweitzer una delle espressioni più alte in campo etico.
[b]Crede si possa trovare un punto d’incontro tra animalisti e non e tra fedeli di religioni diverse?[/b]
Certamente ci sono religioni, come ad esempio l’induismo o il buddhismo, con le quali è più facile trovare punti di accordo. Ma anche per le altre, tutto dipende. Nessuna religione, come nessuna cultura, è monolitica. La visione cristiana, ad esempio, ha molte possibilità, anche se la tradizione purtroppo è negativa.
[b]Può spiegare meglio questo concetto?[/b]
Non necessariamente il monoteismo è accompagnato da una visione gerarchica della realtà. Nel cristianesimo, purtroppo, ha prevalso questa visione, derivata soprattutto dalla filosofia dell’antico stoicismo, che era fortemente antropocentrica e gerarchizzata. Questa però è solo la visione che storicamente ha prevalso. E’ una tradizione dottrinale, non un dogma. Per un ripensamento del rapporto tra l’uomo e l’animale in senso cristiano, un patrimonio ricchissimo inoltre è la Bibbia. Contrariamente a quanto si pensa, il testo biblico è estremamente complesso e presenta un’estrema varietà di vedute. Nella letteratura sapienziale, ad esempio, la visione è esplicitamente anti-antropocentrica: ci sono frequenti smentite della superiorità dell’uomo e Dio provvede a tutte le creature. Queste, naturalmente, sono alcune possibilità.