Dare o no ai bambini carne e latte vaccino?
30 novembre 2006La recondita paura di abolire dalla dieta i prodotti animali e derivati, diffusa negli ultimi decenni da medici e nutrizionisti poco informati o conniventi con le lobby agroalimentari e zotecniche, è dura a morire specialmente in coloro che sono vegetariani per motivi salutistici. Questi, spesso, eliminata la carne dalla loro dieta, non riescono a liberarsi della convinzione che almeno il pesce, in sostituzione della carne, è necessario mangiarlo, dimostrando di essere poco informati o con limitata sensibilità verso la sofferenza e la morte del pesce. Tra l’altro è necessario ricordare che eticamente è molto più grave mangiare il pesce che la carne di animali terricoli: per mangiare il pesce, infatti, occorre sacrificare molte vite a confronto di chi mangia la carne di un animale di grossa. A tal proposito lo stesso Maometto, mosso da rara sensibilità verso la condizione degli animali, ordinava: “Al posto di 40 polli uccidete una capra”.
Di fronte alla paura di fare a meno anche del pesce a mio avviso bisognerebbe chiedersi: perché mai il pesce dovrebbe essere necessario alla salute umana, dal momento che tutti coloro che non consumano questo animale stanno benissimo in salute? Quali sostanze contiene il pesce che non sono contenute nei vegetali? Gli omega 3? Per secoli nessuno si è preoccupato di questo acido grasso che oggi i nutrizionisti raccomandano come “necessario”. Va ricordato che questo è abbondante sia negli alimenti vegetali che nei legumi e nella frutta sia verde che secca, senza intossicarsi con i veleni contenuti nel pesce dovuti ai metalli pesanti, all’ inquinamento degli scarichi industriali, ai prodotti di sintesi cui vengono nutriti i pesci in acquicoltura, ai medicinali che vengono somministrati.
Il medesimo discorso vale per il latte, i latticini e i formaggi dei quali molte persone, che hanno smesso di mangiare la carne, fanno molto uso convinti di dover sostituire la carne almeno con i derivati nel tentativo, errato, di approvvigionarsi in questo modo delle famigerate e “necessarie”proteine animali. Anche in questo caso bisognerebbe chiedersi: se i latticini sono necessari alla salute umana come mai coloro che non ne fanno uso stanno benissimo in salute? Che cosa contengono i latticini che non si trova nelle verdure o nei legumi? Assolutamente nulla. Sono ricchi di calcio? Anche i vegetali lo sono, senza intossicarsi con ciò che il latte contiene. Tra l’altro è utile ricordare che da studi effettuati in molte parti del mondo è emerso che le popolazioni sono tanto più colpite da osteoporosi quanto più consumano latticini e che un quinto della popolazione mondiale non consuma affatto latticini, e vive benissimo.
Ma la paura più grande, quanto ingiustificata, si verifica dopo lo svezzamento di un bambino nato da persone vegetariane e anche vegane: il dubbio che in fondo possano aver ragione quelli che dicono che almeno ai bambini la carne bisogna darla è dura morire. Anche in questo caso il buon senso e la logica ci viene in aiuto e la domanda da porsi è la stessa: perché mai un cucciolo d’uomo per crescere bene dovrebbe avere bisogno di un pezzo di cadavere o del latte di un animale? E se la carne di manzo o il latte di mucca sono necessari al bambino perché coloro che non ne fanno uso stanno in ottima salute? Se la carne o il latte degli animali fossero necessari alla salute la specie umana si sarebbe estinta sul nascere. Vale la pena rammentare che un gli alimenti più adatti alla nostra alimentazione sono quelli che contengono tutte e sette categorie di alimenti, cioè: proteine, vitamine, sali minerali, grassi, zuccheri, acqua e oligoelementi e che questi si trovano tutti e ben bilanciati nella frutta e nelle verdure mentre la carne è priva di carboidrati, amido, fibra, zuccheri, e vit. C., quindi altamente scompensata sul piano nutritivo. Ma anche in questo caso il terrore viene dalla paventata carenza di proteine animali.
Per capire quanto sia infondata questa paura occorre fare riferimento all’alimento per eccellenza del bambino: il latte materno. L’essere umano appena nato, nel periodo in cui il suo organismo va formandosi, gli è sufficiente il corredo proteico del latte della madre che è dell’1,2% ma decresce gradualmente fino allo 0,9%, per poi stabilizzarsi su tale percentuale. La crescita ponderale dell’individuo continua fino a circa 21-24 anni ma con una velocità estremamente ridotta rispetto a quella del lattante. Perciò il fabbisogno proteico dell’uomo è massimo nel lattante, medio nell’adolescente, minimo nell’adulto. Il cibo che risponde al quantitativo di proteine ottimale per l’uomo e la continuazione naturale in tutta la fase successiva allo svezzamento risulta perciò essere la frutta e la verdura. Infatti la media proteica della frutta è dello 1,1%, quello della verdura più consumata è dell’1,80%.
Dare da mangiare della carne ad un bambino è praticamente un delitto perché questa ha un contenuto proteico 10-20 volte maggiore del latte materno e le proteine eccedenti gli stretti bisogni dell’organismo sono considerate come degli autentici corpi estranei, quasi dei veleni: si è calcolato che (almeno per gli adulti) l’organismo se ne libera mediante processi catabolici entro al massimo 7 giorni. Il fegato si incarica di trasformarle in urea ed i reni di eliminarla. Ma se il fegato e i reni non sono pienamente efficienti si verificano situazioni tossiche per l’intero organismo. Quando il fegato non riesce a distruggere interamente l’eccedenza di proteine il corpo cerca di evitare che queste aumentino la viscosità del sangue che ostacola la circolazione e l’organismo per evitare questo pericolo cerca di legare le proteine eccedenti alle pareti dei capillari che diventano più spesse ostacolando sia il transito delle sostanze nutritive che dell’ossigeno diretto ai tessuti. Infine l’organismo per compensare questa situazione aumenta la pressione arteriosa.
Da ricordare inoltre che gli aminoacidi delle proteine in eccesso per essere eliminati devono essere privati dell’azoto (questo verrà poi trasformato dal fegato in sostanze azotate di rifiuto, urea, acido urico, purine ecc.). Una volta eliminato l’azoto rimangono carbonio, idrogeno e ossigeno che il fegato utilizzerà come carboidrati e verranno convertiti in grassi di deposito o accumulati come glicogeno epatico. Questo processo predispone il bambino all’obesità e all’ipertrofia renale. Infatti il rene di un animale carnivoro, predisposto a metabolizzare la carne, è due volte più grosso di quello di un animale erbivoro e anche il fegato è più voluminoso.
Le proteine presenti nel latte specifico di ogni specie sono in relazione alla velocità di crescita di ogni animale: il bambino, con lo 0,9% raddoppia il suo peso corporeo in sei mesi mentre il vitello, il cui latte specifico è di 3,5%, lo raddoppia in due mesi. Infatti il latte vaccino contiene molti fosfati necessari per costruire il poderoso scheletro dell’erbivoro, 168 (mllgr nel latte bovino contro i 32 del latte umano); questo fatto impedisce l’assorbimento del calcio e provoca nel lattante una tendenza all’ipocalcemia. La maggiore velocità di accrescimento del bambino, dovuta ad un eccesso proteico, è patologica, ostacola, anche se parzialmente, lo sviluppo psichico del bambino: l’80% dei bambini allattati al latte vaccino presentano disturbi dell’apprendimento perché assenti i galattocerebrosidi che favoriscono lo sviluppo delle facoltà cerebrali e che sono presenti nel latte umano. La velocità di accrescimento, che va a scapito della resistenza, della salute e della longevità dell’individuo, avviene anche a causa dei “trefoni”, sostanze eccito-formatrici che si trovano nel latte vaccino perché la mungitura della mucche avviene anche durante il periodo di gestazione.
Inoltre. Nel latte vaccino HUT intero ci sono 120 milligrammi di calcio su 100 gr di prodotto mentre nel latte umano ce ne sono appena 38. Tale eccesso di calcio impedisce l’assorbimento del calcio stesso. Il calcio contenuto nel latte vaccino, e derivati, è molto più grezzo rispetto al latte umano ed è legato alla caseina, questo ne impedisce l’assorbimento. Inoltre siccome il latte vaccino è generalmente omogeneizzato, pastorizzato e trattato il calcio è degradato e reso difficilmente assimilabile. Rudolf Steiner sostiene che il bambino nutrito con il latte vaccino presenterà da anziano sclerosi e invecchiamento precoce.
Inoltre. Nei grassi del latte vaccino vi è una quantità eccessiva di acido miristico che può causare arteriosclerosi.
Il sodio presente nel latte vaccino è 3 volte più abbondante di quello contenuto nel latte umano e questo può predisporre il bambino all’ipertensione.
Nel latte vaccino si riscontra una notevole insufficienza di alcune vitamine necessarie per uno sviluppo normale del bambino, che sono invece ben presenti nel latte della donna, quali la vit. A,C,D,E.
Il latte vaccino è povero di fattori biologici difensivi specifici.
La rennina, un’enzima presente nel succo gastrico del lattante, serve a far coagulare il latte: mentre il coagulo del latte umano è costituito da piccoli fiocchi quello del latte vaccino è costituito da fiocchi molto grossi, difficilmente digeribili.
I bambini nutriti con latte vaccino accuseranno da adulti una maggiore colesterolemia rispetto a quelli allattati al seno materno.
Il latte vaccino provoca delle allergie a causa di una proteina particolarmente allergizzante, la betalattoglobulina.
Il latte vaccino è anche povero di ferro, privo di fibra e amido.
E’ utile ricordare che il latte è un alimento destinato ad essere succhiato direttamente dal seno materno senza che subisca il contatto con l’aria, con la luce, con una sorgente di calore, con l’ossigeno, pena una notevole perdita della carica vitaminica e danni da ossidazione.
Il latte è, a tutti gli effetti, sangue trasformato nelle mammelle in un liquido senza emazie, una specie di sangue bianco, un prodotto animale vivente, una parte del corpo della madre che la madre trasferisce al corpo del figlio per nutrirlo.
Il consumo di latte vaccino conferisce odori nauseabondi alle feci. Inoltre l’insonnia del bambino è quasi sempre attribuibile al latte vaccino.
E’ stato più volte dichiarato da molti studiosi che il latte vaccino oggi in commercio è potenzialmente cancerogeno. La diffusione del cancro tra i giovanissimi è iniziata dopo la gestazione coatta delle mucche da latte. Prova di tale tesi è la scomparsa di manifestazioni cancerose dopo l’eliminazione dalla propria dieta del latte vaccino.
Non è da sottovalutare l’azione decalcificante dello yogurt il cui uso continuato può favorire ulcera gastrica o duodenale. Inoltre è stato comprovato che i fermenti dello yogurt utilizzano, per il proprio sviluppo, la vit. B12 che si forma nell’intestino umano. Bambini affetti da otiti, tracheiti, catarri sono rientrati nella norma riducendo o sopprimendo lo yogurt.
I latticini e gli altri sottoprodotti animali, apportano all’organismo gli stessi veleni della carne (purine, colesterolo, ptomaine) e talvolta in dosi anche più elevate della carne.
Il latte vaccino è una sorta di discarica di tutti i farmaci somministrati alle mucche lattifere (ormoni, antibiotici, sali di zinco, betabloccanti, anemizzanti, somatrotropine ecc.) che naturalmente passeranno nel latte della mucca e poi in chi se ne nutre. Nei foraggi finiranno anche i diserbanti e gli additivi.
Il latte di mucca, può anche scatenare il diabete giovanile nei soggetti predisposti a tale malattia. Inoltre, la carenza di acidi grassi insaturi del latte vaccino può aprire la strada alle malattie coronariche.
Un’alimentazione che comprenda le uova è equiparabile ad una alimentazione carnea trattandosi di carne liquida.
Franco Libero Manco]