Pizzette d'alghe
8 febbraio 2007Qualche giorno fa, spinta da una ricetta della paella vegan che prevedeva questo ingrediente, mi sono decisa ad acquistare un pacchetto di alghe.
Fortunatamente per voi, il mio blog è cosa recente, ma io sono vegan da quattro anni e c’è stato parecchio tempo per fare pasticci! Ho avuto i miei momenti di gloria personale, ma a volte non mi è andata come avrei voluto.
L’esperienza con la kombu rientra nell’ultima categoria.
Era il periodo in cui mi ero fissata col seitan casalingo. Essendo molto determinata, mi ero attrezzata “professionalmente”, e l’acquisto dell’alga kombu sembrava d’obbligo. Cosa ho da dire su di lei?
Costava un sacco di soldi, e questo non me la rendeva simpatica.
Il colore era piuttosto inquietante… nero e strano.
E poi puzzava. Da morire! Puzzava da secca, figuratevi da bagnata. Perché ovviamente, non contenta di infilarla nella pentola del seitan, decisi di farci gli esperimenti, tipo le pizzette di alghe.
Presi questo foglio nero, mi armai di forbici dure come cesoie da giardinaggio, e cercai di tagliare delle striscioline da ridurre in pezzi; ma fu un’impresa, l’alga era durissima, e una volta bagnata si ricoprì di un fluido vischioso che faceva rabbrividire! Miracolosamente ridussi in pezzetti l’orrido foglio, lo buttai disperata nella pastella e mi misi a friggere.
Che disastro! L’alga rimase coriacea come cuoio bagnato… Superfluo dire che rimisi il pacchetto in dispensa, dove lo tenni segregato per tre anni, prima di decidermi a buttarlo arrendendomi all’evidenza: non lo avrei mai usato.
E adesso, masochisticamente, ho scelto di riprovarci; ma ho comprato l’alga più neutra per il palato occidentale: la nori.
Eccola, la nuova beniamina di casa! Mi ha fatto superare il disgusto per i vegetali marini, ridandomi la speranza di poter preparare un giorno quella contraddizione in termini che è il sushi vegan.
Il pacchetto contiene alghe in fogli, vanno tostati sulla fiamma prima dell’utilizzo, senza bruciarli, finché diventano verde brillante. Hanno un loro odore, ma molto delicato, che non si attacca alle mani, poco penetrante.
Non avendo ancora abbastanza coraggio per mangiarle in insalata, mi sono orientata verso una preparazione più consona alle mie abitudini… le pizzette. Sono venute buonissime, e anche la mia onnivora famiglia ha apprezzato.
Per l’impasto ho mescolato 5 cucchiai di farina bianca, 2 cucchiai di farina di ceci, un pizzico di sale, acqua q.b., la punta di un cucchiaino di lievito in polvere per torte salate (lievito secco attivo); poi vi ho spezzettato dentro una striscetta di alga abbrustolita. Dopo aver lasciato lievitare per un’ora, ho scaldato bene l’olio di semi di arachidi ed ho fritto le pizzette.
E sono molto contenta di averci riprovato!
[vera ferraiuolo – http://veruccia.blogspot.com]